Apprendiamo oggi da alcuni organi di stampa che i proprietari della Malaguti di Castel San Pietro hanno intenzione di interrompere definitivamente la produzione in azienda richiedendo la mobilità per oltre 150 dipendenti che rischiano, così, il licenziamento.

Questa situazione di crisi e incertezza va avanti dallo scorso aprile, cioè da quando la produzione è stata bloccata e i lavoratori messi in cassa integrazione. Se è sicuramente vero che a Bologna la crisi che investe il settore del motociclo è grave, lo è altresì il fatto che non si esce da questa crisi abbandonando i lavoratori, le loro famiglie e le comunità territoriali in cui vivono. Servono invece investimenti su formazione e innovazione del prodotto, cosa che troppo spesso tali imprenditori locali rinunciano a fare per inseguire facili profitti.

Già più volte i sindacati hanno denunciato la grave situazione della Malaguti, proponendo diverse opzioni per rilanciare la produzione dell’azienda, mentre le istituzioni locali, a partire dalla Regione, si sono pronunciate per salvare i posti di lavoro.

E’ necessario che la Regione Emilia-Romagna in tempi brevi convochi il tavolo di crisi coinvolgendo le parti sociali, affinchè sia impedito ai proprietari della Malaguti di chiudere la produzione, ignorando così le esigenze di tanti lavoratori che per anni hanno contribuito, con il loro lavoro e la loro fatica, a costruire le ricchezze dell’azienda e del territorio in cui si trova, nonché l’alta qualità del marchio.

Ognuno faccia la sua parte, a cominciare dai proprietari dell’azienda Malaguti.

(Roberto Sconciaforni, Capogruppo Federazione della Sinistra, Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna)