“Le Regione attua politiche inefficaci mentre le sale cinematografiche chiudono”, è il commento di Andrea Pollastri (PdL) sulla relazione presentata durante la seduta congiunta delle Commissioni Statuto e Cultura, sulla diffusione dell’esercizio cinematografico in Emilia-Romagna dal 2006 ad oggi.

Cinque anni fa, infatti, fu approvata una legge, la n. 12, che aveva lo scopo di migliorare la distribuzione cinematografica e qualificarne le attività sul territorio, in particolare utilizzando strumenti urbanistici per limitare la diffusione delle grandi multisala e valorizzare i cinema monosala nei centri storici o nei centri periferici.

La legge, all’articolo 12, prevedeva anche che costantemente l’Assemblea Legislativa venisse informata sugli esiti delle politiche messe in campo per raggiungere gli obiettivi prefissati.

I dati emersi dimostrano che dal 2001 al 2010 gli esercizi cinematografici sono calati del 13,6%, in particolare dal 2005 c’è stato un più rapido calo (-15,7%), malgrado l’apertura di numerose multisala. A soffrire maggiormente della situazione i cinema tradizionali monosala che dal 2001 al 2010 sono passati da 233 a 147 in tutta la Regione (-21,5): pur rimanendo sempre la strutture più diffuse (64% del totale nel 2010) hanno avuto una contrazione dal 2005 (erano il 74%) a favore delle multisala.

“Se l’obiettivo della legge – spiega l’azzurro – era quello di limitare le multisala e tutelare i cinema nei piccoli centri di periferia, che costruiscono un valore dal punto di vista culturale e aggregativo, si può dire che sia stato completamente mancato.”

In controtendenza rispetto al dato nazionale sono invece gli indicatori della nostra Regione per quanto riguarda il numero di rappresentazioni cresciute dal 2008 al 2009 del 20,4% (18% a livello nazionale) e della spesa al botteghini rimasta costante nell’ultimo quinquennio (16,2 euro per abitante in Emilia-Romagna nel 2009 contro 11 euro nazionali). Bene anche il numero di spettatori: + 0,8% nel 2009 (contro il -1,6% nazionale), che però appare minimo se confrontato con l’incremento degli spettacoli avutosi.

“Si apprende sempre dalla Relazione – rileva ancora il Consigliere – che la Regione ha emanato due bandi l’anno scorso, per creare reti di impresa e per creare un fondo di cogaranzia, entrambi senza effetti: evidentemente non si ha ben chiaro quale siano le esigenze delle imprese cinematografiche sul territorio da cui l’esigenza di ridiscutere gli obiettivi.”

Prendendo spunto dalla discussione il Consigliere del PdL sottolinea anche altri aspetti legati al cinema, sebbene non rientranti nella L.R. 12/06: “Tra gli obiettivi della nostra Regione, commenta l’azzurro, vi è anche l’ambientazione di film e fiction in Emilia-Romagna, in questi anni però sono stati beneficiati solo la Riviera, il ferrarese e la città di Bologna (si ricordino le fiction “Mal’aria”, “L’ispettore Coliandro”, “uno Bianca”, “Non pensarci”, il film “L’uomo che verrà”, ecc.), dimenticando troppo spesso il resto del territorio, in particolare penso a Piacenza, le cui valli potrebbero benissimo essere lo scenario di sceneggiati come “Don Matteo”.”

Concludendo Pollastri sottolinea l’esperienza delle Regioni limitrofe, invitando anche la nostra a fare una legge organica che comprenda la commercializzazione e la promozione delle attività cinematografiche, prevedendo interventi a sostegno della produzione cinematografica, come fa la legge lombarda (approvata addirittura nel 1980), creando un “fondo audiovisivo”, com’è in Friuli Venezia Giulia, tutelando i piccoli cinema di montagna e di campagna, come fa la Liguria, e le sale parrocchiali, come in Veneto, dove esistono anche contributi per favorire la diffusione di mediateche pubbliche comunali.