Gli uomini stanno meglio delle donne. Il personale docente e ricercatore sta meglio del personale tecnico-amministrativo. Sono questi alcuni degli aspetti che emergono dall’indagine sul “Benessere in Ateneo”, condotta fra i dipendenti dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, con lo scopo di valutare che “aria respira” chi quotidianamente trascorre le ore lavorative presso l’Ateneo emiliano e di individuare soluzioni migliorative alle situazioni organizzative critiche.

L’indagine, tra le prime a livello nazionale dedicate al lavoro nell’università e in corso di pubblicazione nella Collana della Fondazione Marco Biagi a cura del prof. Tommaso M. Fabbri e dalla dott.ssa Ylenia Curzi, presenta un carattere innovativo nel rispondere congiuntamente a due obblighi normativi. Il primo, sancito dal D.Lgs. 81/2008, che ai fini di tutela della salute dei lavoratori impone la valutazione anche dei rischi da stress lavoro-correlato. Il secondo, sancito dal D.Lgs. 150/2009, che impone alle pubbliche amministrazioni nazionali di garantire un ambiente di lavoro improntato al benessere organizzativo.

Inoltre, l’indagine analizza contestualmente ulteriori aspetti problematici dello “stare al lavoro” quali la presenza di discriminazione di genere (pari opportunità) e di mobbing.

Lo studio

Lo studio, ideato e coordinato dalla Commissione Benessere Organizzativo di Ateneo, ha interessato tutti i dipendenti dell’Ateneo, il personale docente (professori associati, ordinari e ricercatori) e il personale tecnico-amministrativo, e ha utilizzato due tipi di dati: i dati oggettivi (assenze per malattia, infortuni sul lavoro, progressioni di carriera etc), raccolti presso i database dell’Ateneo, e i dati soggettivi, ovvero le percezioni dei dipendenti, raccolti mediante questionario ad hoc, appositamente sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino

All’indagine questionaria, somministrata on-line e nella piena garanzia della Privacy, hanno partecipato 606 dipendenti, di cui 328 appartenenti alla categoria tecnico-amministrativa (40% del totale PTA) e 278 appartenenti alla categoria docente e ricercatore (12% del totale PDR), pari al 20% circa del personale complessivo di Ateneo. Di questi, il 61% è di sesso femminile.

Nell’ambito del PTA più elevata è stata l’adesione dei lavoratori con contratti a tempo determinato (46%). Tra il personale docente la categoria di rispondenti più numerosa sono i ricercatori (23%). Ciò potrebbe suggerire che siano stati più motivati a partecipare all’indagine coloro che lamentano una condizione lavorativa precaria o con un ruolo meno riconosciuto.

“In generale – afferma il Prof. Tommaso M. Fabbri, coordinatore scientifico dell’indagine – le risposte al questionario sulle dimensioni di benessere e malessere nel lavoro si attestano su valori centrali delle scale di misura, e quindi restituiscono un quadro abbastanza tranquillo, né confortante né preoccupante. Tuttavia, sono dati da leggere con prudenza in quanto la strumentazione teorica e metodologica oggi disponibile e diffusa sia a livello nazionale che internazionale presenta ancora elementi di debolezza rispetto all’importanza della posta in gioco”

Gli elementi di maggiore interesse riguardano le differenze, quantitativamente significative, rispetto al genere (donne vs uomini) e alla categoria lavorativa (PTA vs PDR).

Donne vs Uomini

E’ importante precisare che l’indagine non ha portato alla luce percezioni discriminatorie relative alla sfera sessuale negli ambienti di lavoro universitari. La differenza tra donne e uomini viene però rilevata dall’indagine, che porta alla luce per le donne una maggior sensazione di malessere fisico legato al lavoro e minori emozioni positive associate al lavoro. Le donne inoltre dichiarano una maggiore tendenza degli uomini alla dipendenza da lavoro (workaholism), e maggiore dissonanza emotiva.

Questi dati, che segnalano sintomi di malessere superiori in capo alle donne, convergono con i dati oggettivi relativi ai giorni di assenza per malattia, che risultano superiori per le donne (4,6 giorni di assenza in media contro i 3,6 degli uomini nel 2009).

Personale docente (PDR) vs Personale tecnico-amministrativo (PTA)

Il PTA lamenta complessivamente meno soddisfazione lavorativa e più sintomi di malessere fisico rispetto al PDR, in associazione con bassa autonomia lavorativa percepita e minor coinvolgimento (commitment). Di contro, rispetto al PTA, il PDR dichiara maggiore dipendenza da lavoro (workaholism), maggiore carico di lavoro e maggiore conflitto lavoro-famiglia.

Azioni di miglioramento

In risposta alle criticità rilevate la Commissione Benessere Organizzativo di Ateneo, di concerto con il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione dell’Ateneo e con il Medico Competenete dell’Ateneo, ha progettato alcuni interventi di prevenzione del disagio e di promozione del benessere psicosociale. In particolare, sarà realizzato uno sportello di ascolto, inteso come servizio di sostegno psicosociale rivolto a tutti i dipendenti unimore che presentino problematiche lavorative. Inoltre, verranno realizzate attività di formazione volta al miglioramento del benessere organizzativo. Infine, verranno condotti alcuni laboratori di progettazione organizzativa orientata al benessere, che interesseranno prioriotariamente le strutture organizzative di Ateneo che hanno segnalato maggiori problemi, segnatamente ex Presidenze di Facoltà e Segreterie di Dipartimento.

Commissione Benessere Organizzativo

E’ una commissione mista docenti-T/A che, nel tempo e a seconda delle esigenze, si è arricchita delle competenze necessarie ad adempiere al proprio mandato.

La composizione formale è

Paola Michelini, coordinatore: Direzione Pianificazione, Valutazione e Formazione; Monica Adani: Relazioni Sindacali; Tommaso Maria Fabbri, responsabile scientifico: Facoltà di Economia e Fondazione Marco Biagi; Massimo Neri: Facoltà di Scienze della Comunicazione e dell’Economia; Lucio Prandini: Consiglio del Personale Tecnico/Amministrativo, Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione; Monica Saladini: Comitato Pari Opportunità

Inoltre, sono parte integrante

Elisa Cavani: Direzione Pianificazione, Valutazione e Formazione; Ylenia Curzi: Facoltà di Economia e Fondazione Marco Biagi; Lara Colombo e Chiara Ghislieri: Università di Torino, Dipartimento di Psicologia