“Il cuore storico di Mirandola? Tra potenzialità che faticano ad essere espresse, qualche buona opportunità colta e sviluppata a dovere e troppe ancora sfruttate solo a metà”, dicono i commercianti. A cui vanno aggiunte diverse criticità che si trascinano da anni: dalle difficoltà di parcheggio, alla scarsa accessibilità che limitano la frequentabilità e fanno il paio ora, anche con la crisi economica, livellando gli affari verso il basso: il 2010 è stato da cinghia tirata, meno clienti ed introiti, mentre tendono al grigio anche le previsioni per il 2011. “C’è però una gran voglia di reagire – fa sapere Confesercenti Area Nord – gli operatori commerciali sono disposti a mettersi in discussione e a farsi in quattro: gli sforzi per non privarsi dei propri collaboratori ne sono un esempio. Ma deve esserci anche l’impegno e il sostegno dell’amministrazione comunale”.

L’immagine, i giudizi e i suggerimenti, sono quelli che emergono dalla recente indagine condotta da Confesercenti sullo stato di salute del commercio nel centro storico della città dei Pico. Un monitoraggio che ha coinvolto oltre un centinaio di imprenditori. Piccole e piccolissime imprese del commercio, dei servizi dell’artigianato e pubblici esercizi, chiamate ad esprimersi, con l’obiettivo di monitorare a fondo l’ambiente di lavoro e le sue problematiche, attraverso la valutazione di argomenti come accessibilità, attrattività, governance, sicurezza, ma anche rapporto con la clientela. Soprattutto però attraverso la percezione di chi il centro lo vive ogni giorno.

Il campione: intervistate oltre il 65% delle aziende che operano in centro storico

L’indagine, ha interessato circa 160 attività commerciali del cuore cittadino mirandolese; 103 delle quali, oltre il 65%, ha compilato il questionario proposto da Confesercenti. Si tratta di aziende che operano prevalentemente nel commercio, 71,8%, quindi artigianato 10,7%, pubblici esercizi 8,7% e nei servizi 6,8%. Dal punto di vista giuridico, la ditta individuale è quella più presente 52,2%, seguita da società a nome collettivo 24,3%, mentre le Srl sono l’11,3%. Marginale invece la presenza società per azioni relegata all’1,0% del totale. Le imprese sono per la maggior parte a carattere famigliare (68%) e, sebbene nel 62,1% di quelle esaminate non ci sia stato ancora un ricambio generazionale, l’avvicendamento in famiglia è invece avvenuto già nel 24,3% dei casi. Quanto al domicilio degli imprenditori, solo il 22,3% risiede in centro; la maggioranza abita o fuori città (42,7%) o nella periferia di Mirandola (34%). Discorso analogo per i collaboratori: il 59,2% non abita nel cuore cittadino. il 33% addirittura fuori città.

Accessibilità, parcheggi, sicurezza e manutenzione: le dolenti note

Fin troppo netti i dati su accessibilità e parcheggi. Quasi il 70% (il 67,9% per la precisione) degli imprenditori ritiene problematico accedere in centro per chi ci lavora, mentre è ben più difficile per chi desidera fare acquisti: l’accesso è definito arduo per il 75,8% degli intervistati. Non va meglio nemmeno riguardo alle scelte effettuate dal comune in materia di parcheggi ed aree di sosta. Secondo gli operatori commerciali (68,7%), l’ampliamento dell’area di sosta soggetta a tariffazione non favorirà una maggiore rotazione della clientela; come del resto le scelte adottate dal comune non vanno incontro alle aspettative dei residenti (56,3%) e molto meno di quelle degli operatori (68%). Il dato peggiora poi se si sposta nell’ambito ristretto della clientela: i parcheggi situati nelle immediate vicinanze del cuore storico mirandolese secondo gli intervistati, non vanno incontro alle necessità degli avventori nel 70,9% dei casi. Interlocutorio il giudizio sulla sicurezza: al 45,6% che non ha difficoltà ad esprimerlo in negativo, segue un 42,7% che afferma “In centro c’è la medesima situazione delle altre parti della città”. La sicurezza inoltre richiama immediatamente un altro aspetto che non passa sotto silenzio, ovvero l’illuminazione di vie e piazze: insufficiente e da migliorare per il 68%. Si spendono invece pareri positivi in merito alla manutenzione del manto stradale e alla pulizie delle strade: accettabile per il 55,3% se non addirittura buona per il 13,6% degli intervistati; gli stessi che definiscono gli interventi di pulizia in centro adeguati (52,4%), e migliorabili (31,1%).

I clienti, le loro abitudini

Il cliente medio delle attività commerciali ubicate in centro storico a Mirandola, secondo solo il 21,4% degli intervistati, è alla ricerca del prezzo più basso; per il 55,3% invece il prezzo fa poca differenza. C’è piuttosto nella clientela durante gli acquisti la richiesta di maggiore varietà nell’offerta (51,2%), parecchia attenzione alle novità (63,1%) e soprattutto alla competenza professionale (66,1%) , mentre tende ad abbreviare i tempi da dedicare allo shopping.

Promozione, suggerimenti e nuovi interventi

Quando si parla del centro storico di Mirandola la promozione è parte integrante del discorso. Passano attraverso di essa diversi appuntamenti: alcuni dal richiamo consolidato, altri rivelatisi vincenti già all’esordio come la notte bianca, altri ancora che arrancano un po’. Nessuno discute sull’importanza del suo ruolo, quanto piuttosto ed è sempre l’indagine a rilevarlo, sull’attività promozionale condotta dal ‘Consorzio di Promozione del Centro Storico e delle sue Attività’, sicuramente da migliorare. La maggioranza degli operatori, il 68,7% infatti ritiene che valorizza poco il salotto buono della città e che anzi dovrebbe occuparsi non solo delle iniziative di carattere economico, ma di tutte nel loro insieme. “La macchina c’è – sostengono gli imprenditori, ma pure Confesercenti – ma occorre farla funzionare a dovere”. C’è necessità quindi di: una maggiore qualificazione e pubblicizzazione degli eventi, a partire da quelli più tradizionali come le fiere; incrementare le iniziative su vie e piazze, da sviluppare sinergicamente e contemporaneamente con altri eventi in modo da incrementare l’attrattività; pensare ad iniziative rivolte in primo luogo ai giovani e alle famiglie, come del resto a manifestazioni tese a valorizzare le caratteristiche storico/artistiche di Mirandola. “E’ indispensabile però – evidenziano gli intervistati – ci sia più partecipazione e coesione tra gli operatori commerciali, un maggior coordinamento tra il Consorzio di promozione, l’Amministrazione Comunale e i commercianti, mentre deve essere snellita la burocrazia nei rapporti con il Comune in occasione degli eventi”.

‘Preoccupazioni’

“Nonostante il difficile momento economico, la gente che spende poco e i consumi fermi tra gli imprenditori del centro cittadino c’è una gran voglia di fare, che convive però con forti preoccupazioni. Al di la della situazione generale continua a preoccupare la concorrenza della grande distribuzione, ma c’è diffidenza anche di fronte al neo cinema multisala con annessi esercizi commerciali che sorgerà nella periferia di Mirandola: il 64,1% degli intervistati lo boccia dichiarando che “Non contribuirà alla crescita commerciale del centro, come favorirà poco gli avventori”. Le inquietudini aumentano però quando lo sguardo si sposta sui fatturati: in calo nel 2010 rispetto all’anno precedente per il 51,5% – è un risicato 13,6% che può permettersi di affermare il contrario – come del resto il numero dei clienti (44,7%). E per niente rosee sono le previsioni per l’anno in corso: il 52,4% prevede che i fatturati caleranno ancora – contro il 29,1% che parla di stabilità e l’8,7% addirittura di incremento – a cui si aggiunge un 45,6% che la pensa allo stesso modo riguardo ad una ulteriore riduzione del numero dei clienti. Perdura invece la ferma volontà di non privarsi dei propri collaboratori: il numero è rimasto invariato nel 56,8% dei casi, la maggioranza, e sarà così anche per il 2011. Solamente il 16% ha visto diminuire il personale; il 5,8% ha addirittura assunto. Preoccupa infine, l’aumento dei costi fissi (affitti, tariffe, pressione fiscale): il 72,8% li inserisce tra le possibili difficoltà da affrontare; i problemi legati a costi e servizi amministrativi (43,7%) e l’accesso al credito, difficile per il 35,9%, mentre non ha problemi a tal senso ben un 44,7% di intervistati”, conclude Confesercenti.