Si tiene giovedì 6 Ottobre alle ore 21 presso la Sala G.P. Biasin in via Rocca, 22 a Sassuolo una serata dedicata all’attività di ricerca archeologica e geologica condotta nell’ultimo anno a Montegibbio. Alla serata interverranno Filippo Maria Gambari Sopraintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e Luca Cuoghi Assessore alla Cultura del Comune di Sassuolo.

Le attvità di ricerca 2011 saranno presentate da Francesca Guandalini direttore dello scavo, Stefano Cremonini e Lisa Borgatti geologi dell’Università degli Studi di Bologna.

La straordinaria importanza dei ritrovamenti di epoca romana hanno fatto del sito di Montegibbio uno dei più significativi non solo a livello locale.

Dopo le prime importanti scoperte di belle pavimentazioni, il lavoro condotto dagli archeologi e geologi durante la quinta campagna di scavo (nel 2010) aveva messo in luce i resti di un edificio riferibile al tardo periodo repubblicano, probabilmente destinato al culto di Minerva. Gli archeologi avevano scoperto numerosi blocchi di grandi dimensioni in pietra arenaria, squadrati e bugnati, sparsi al suolo in seguito ad un evento sismico avvenuto nella zona delle colline di Sassuolo. La struttura in blocchi risultava in parte illeggibile a causa della successiva costruzione di un pozzo: fu proprio durante la costruzione di questo pozzo, datato all’epoca tardo antica, che la struttura in blocchi fu in parte asportata per consentire il raggiungimento di una vena d’acqua sorgiva, la cui presenza rappresenta un legame con il culto di Minerva, ricordata in un’iscrizione votiva recuperata nel 2009 a Montegibbio. Minerva infatti è una divinità connessa alle acque, e in particolare al loro valore salvifico e curativo.

Durante la campagna 2011, gli archeologi hanno cercato di comprendere la pianta e la funzione della struttura architettonica in blocchi solo in parte messa in luce nel 2010 e hanno approfondito, con l’aiuto di geologi, i reali motivi che furono causa di questa vasta distruzione del sito.

I primi dati sulle ricerche archeologiche e geologiche effettuate nelle campagne di scavo estive del 2010 e del 2011 rivoluzioneranno con ogni probabilità l’interpretazione sulle strutture rinvenute nell’insediamento romano di Montegibbio. Perde sempre più terreno l’ipotesi iniziale che l’edificio caratterizzato da stanze di particolare pregio, affiancate tra loro in una semplice successione, abbia fatto parte di una villa urbano-rustica mentre diventa sempre più probabile che possa essere stato collegato a un edificio di culto connesso alla presenza di acque medicamentose e di vulcani di fango.

Lo scavo archeologico, che ha avuto una grande eco dopo la prima pubblicazione scientifica presentata nel luglio 2010 a Montegibbio (L’insediamento di Montegibbio: una ricerca interdisciplinare per l’archeologica, Firenze 2010), è diretto dalla Dott.ssa Francesca Guandalini ed è stato finanziato nel corso del 2011 dal Comune di Sassuolo, che è anche diventato concessionario del sito archeologico. Al Comune di Sassuolo che ha reso possibile l’avvio del “progetto di ricerca Montegibbio” con gli scavi, il convegno del 2009 e le due mostre archeologiche allestite presso il Castello di Montegibbio e il Palazzo Ducale di Sassuolo nell’estate-autunno del 2007, si è unita la Soprintendenza per i Beni Archeologici con il proprio personale scientifico (Dott. Donato Labate, Dott. Luca Mercuri) e tecnico, i restauratori, in quello spirito di collaborazione e reciproca stima che rende possibile risultati di eccellenza.

Sullo scavo, diretto in questa campagna dalla dott.ssa Francesca Guandalini, oltre ad operare gli archeologi (Dott. Francesco Benassi, Ispettore Onorario Ivan Zaccarelli) e gli studenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali) e di Bologna (Corso di Laurea in Archeologia) partecipano, con le proprie preziose consulenze, i geologi Prof.ssa Lisa Borgatti (DISTART, Università degli Studi di Bologna) e Prof. Stefano Cremonini (Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali, Università degli Studi di Bologna).

 

IL SITO ARCHEOLOGICO DI MONTEGIBBIO

Nel corso degli scavi condotti a Montegibbio in via della Rovina, a poca distanza delle salse, sono emersi dati interessanti riguardanti un insediamento pluristratificato. Le indagini archeologiche, cominciate dal 2006 e proseguite fino ad ora, hanno infatti portato in luce una successione stratigrafica, databile dal periodo della prima romanizzazione al tardo antico (III/II sec. a.C. – VI sec. d.C.)

Nel sito sono stati individuati resti di costruzioni riferibili ad un santuario dedicato a Minerva, ad una probabile villa e a strutture agricolo produttive. L’attenzione degli archeologi si è concentrata sui crolli e distruzioni documentate nei vari edifici rinvenuti, forse riferiti a fenomeni tellurici. Alla lettura e comprensione di tali eventi hanno portato il proprio apporto specialisti di discipline scientifiche, con cui il confronto e la discussione sono avvenuti in occasione del convegno tenutosi a Sassuolo nel febbraio del 2009, preceduto nel 2007 a due mostre, allestite nel Castello di Montegibbio e nelle sale del Palazzo Ducale.

In occasione del convegno gli studiosi delle Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, di Bologna, di Ferrara e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno presentato l’esito delle proprie indagini, in parte scaturite grazie alle tesi degli studenti del Corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali che hanno preso parte attiva allo scavo. Per questo motivo, oltre alle tematiche prettamente archeologiche, storiche e topografiche, gli atti del convegno pubblicati nel volume “L’insediamento di Montegibbio: una ricerca interdisciplinare per l’archeologica” affrontano temi inerenti la geologia, l’archeosismologia (disciplina innovativa incentrata sullo studio dei terremoti antichi) e lo studio botanico del sito. Una parte è poi dedicata alla chimica (per quanto concerne l’analisi delle tecniche pittoriche degli affreschi) ed alla petrologia.

Archeologi, storici, botanici, sismologi, chimici, geologi hanno unito le proprie competenze dialogando insieme, facendo del sito di Montegibbio il centro di un futuro laboratorio di ricerca. Laboratorio in cui si ritiene fondamentale non solo la comprensione della fasi storiche dell’insediamento, ma anche il contesto geologico ed in generale ambientale in cui il sito si colloca e le cause che ne hanno provocato varie distruzioni.