Una ‘contro-mostra’ con la ‘Vera storia del Pci’ che sarà allestita alle 10 di sabato prossimo, corredata di pannelli e volantini, in piazza Nettuno, proprio all’ingresso della Sala Borsa di Bologna, dove sabato scorso è stata inaugurata, alla presenza del leader Udc Pier Ferdinando Casini, l’esposizione ‘Avanti popolo: la storia del Pci in Italia’. E’ quanto ha annunicato oggi in conferenza stampa il Pdl di Bologna. La ‘contro mostra’ si terrà con la collaborazione dei giovani del partito che, il 15 ottobre, si riuniranno in festa alle 16 in piazza Bracci a San Lazzaro di Savena. Quella della Sala Borsa “è una mostra propagandistica che neanche il Minculpop avrebbe fatto” ha affermato il consigliere regionale del Pdl Galeazzo Bignami.

“La vera storia del Pci – ha spiegato Bignami – è fatta di assassini, sangue e prelevamenti che avvenivano di notte per tutti i non comunisti. Di una sistematica battaglia alla patria e all’unità nazionale. Ma di queste cose nessuno parla”. Non solo, Bignami ha criticato anche la scelta di Casini di presenziare, sabato scorso, al taglio del nastro. “Una scelta inopportuna da parte di una persona di cultura cattolica e proveniente dalla Dc” e accompagnata “da parole di circostanza” ha aggiunto Bignami, convinto che “eccetto forse qualche caso individuale, i comunisti sono la categoria peggiore”.

Indice puntato contro la mostra promossa dalla fondadazione Isitituto Gramsci e dal Cespe, con il patrocinio del Comune e della Regione Emilia Romagna, anche da parte del consigliere comunale Marco Lisei che ha già chiesto un accesso agli atti per chiedere le ragioni della concessione di Sala Borsa da parte del Comune e “per capire se ci sono stati finanziamenti pubblici”.

“Per questa mostra sono stati spesi 100 mila – ha aggiunto Lisei – che sono soldi buttati. Sono stati usati per la glorificazione della storia di sangue del Pci, quando potevano essere spesi per una mostra completa e veritiera sulla storia d’Italia, visto che e’ organizzata in occasione del 150 anni dell’Unita’ nazionale, oppure dati in beneficienza”.

Non si fa attendere la replica da parte del gruppo Udc in provincia: “Evidentemente Galeazzo Bignami non trova di meglio che intervenire su fatti terribili riferiti al triangolo della morte, che nulla hanno a che vedere con la mostra in Sala Borsa. Personalmente – dichiara Gianfranco Tommasi – ho avuto modo di confrontarmi negli anni ottanta, come Consigliere di Quartiere e negli anni novanta come Consigliere Comunale eletto nelle liste della Democrazia Cristiana e di cui porto ancora l’orgoglio dell’appartenenza, in modo anche aspro con i rappresentanti del PCI.

Debbo dire che erano tempi in cui il senso di appartenenza, i valori o le ideologie in cui ognuno credeva, hanno fatto crescere la nostra città, ma soprattutto il nostro paese.

La politica di questi ultimi venti anni non ha fatto altro che evidenziare un relativismo esasperato nel governo della cosa pubblica, genuflessa a problemi non dei cittadini ma di un cittadino. Credo che sarebbe più opportuno che Bignami analizzasse meglio casa propria, dove a volte si guarda pagliuzza e non ci si rende conto della trave.

Bene ha fatto l’on. Casini a visitare questa mostra, perchè comunque quel periodo, se pur fra tante contraddizioni, non può essere paragonato all’attuale, nel quale impera la bassezza della politica di chi ci governa” conclude Gianfranco Tommasi.

Anche il Coordinamento Provinciale Sinistra Ecologia Libertà replica a Bignami:”Vorrei ricordare a Galeazzo Bignami, che i comunisti italiani, a differenza di ciò che lui sostiene, sono stati un avamposto fondamentale, in Italia, per l’unità nazionale, penso ad esempio alla lotta al terrorismo negli anni di piombo, e non hanno condotto alcuna battaglia alla patria, anzi, l’hanno difesa, insieme a tutti i democratici, dal nazifascismo, e liberata – scrive Domenico Papaleo.

Inoltre quando lui parla di “assassini, sangue e prelevamenti che avvenivano di notte per tutti i non comunisti”, forse si confonde con il periodo fascista, in cui le cose di cui parla avvenivano a danno di tutti i non fascisti.

Attaccarsi alla mostra del PCI per avere un po’ di visibilità è semplicemente penoso, e significa essere senza speranze” – conclude Papaleo.