I compagni radicali più anziani di me ricorderanno gli anni 70 e 80, quando un manifesto avvertiva che 800mila candidati della partitocrazia avanzavano per saccheggiare città e regioni. Oggi si sono rimescolate le carte, ma la situazione è sempre quella: partiti con strutture verticali gestiscono gli enti locali, assicurandone l’omologazione a progetti regionali o nazionali, prima ancora del rispetto della cittadinanza. Basti vedere che ad ogni tornata di elezioni amministrative le coalizioni fanno a gara per chi piazza più bandierine e ottiene più Sindaci, senza nemmeno interessarsi ai singoli programmi di governo delle Città, ridotti a mere formalità burocratiche.

Sassuolo non sfugge a questo gioco, da sempre amministrata da partiti di governo e liste civiche sorte nei cortili di questi. Oggi è il turno di Lega nord e Popolo della Libertà, partiti che hanno sottoscritto un programma che non contiene, ripeto, non contiene alcun riferimento alle politiche nazionali di Berlusconi. Nuovi gruppi consiliari, battibecchi e contrarietà all’interno della maggioranza per questioni che esulano l’interesse civico sassolese faranno l’opposto di ciò che una città ha bisogno. Abbiamo già vissuto esperienze di questo tipo, e l’inutilità politica di chi gira il dito in queste piaghe andrebbe a danno di una vera condotta di opposizione, ovvero sostenere che l’Amministrazione Caselli ha demeriti a sufficienza da non aver bisogno di sobbarcarsi anche quelli di Berlusconi.

(Riccardo Macchioni, Radicali Italiani)