FILCAMS – CGIL, FISASCAT – CISL e UILTUCS – UIL Emilia Romagna esprimono tutta la propria contrarietà ai contenuti della Circolare n° 3644/c del Ministero dello Sviluppo Economico del 28/10/2011 in materia di Liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali.

Uno degli ultimi provvedimenti del Governo Berlusconi chiarisce il vero senso di quanto ambiguamente contenuto nel testo della Manovra Finanziaria del luglio scorso; infatti, attraverso la strumentale “necessità” di dettare regole di tutela della libera concorrenza nel settore della distribuzione commerciale, si è in realtà voluto aggirare e cancellare la normativa di legge esistente e la competenza legislativa esclusiva delle Regioni in materia di Commercio.

Con questa Circolare si relega la Regione ad un ruolo di mera definizione di criteri univoci per il riconoscimento di Città d’Arte e/o Turistica e si tenta di cancellare la normativa vigente e la Legge Regionale che ha teso a definire un delicato equilibrio tra i molti interessi in campo in materia di orari e giornate di apertura degli esercizi commerciali, ponendosi come obiettivi la garanzia dell’erogazione di un servizio ai turisti/visitatori, la valorizzazione dei centri storici e la riqualificazione degli insediamenti commerciali in particolare di vicinato.

Con questa Circolare nei tanti Comuni della Regione riconosciuti Città d’Arte e/o Turistici si liberalizzano completamente gli orari di apertura e chiusura, non vi saranno più limiti alle aperture domenicali e festive (comprese Pasqua, Natale o 1° maggio) o notturne, non vi saranno più limiti di zone territoriali o periodi di maggior afflusso turistico.

In questa delicata situazione, determinata dalla crisi economica del paese e la drastica diminuita capacità al consumo dei cittadini e delle famiglie, si interviene esasperando la competizione commerciale, scaricandone i maggior costi sulle condizioni di lavoro, sui consumatori e sui fornitori.

E’ infatti facilmente prevedibile che tale liberalizzazione degli orari commerciali avrà effetti ulteriormente depressivi sull’occupazione nel settore, spostando quote di mercato a discapito del commercio al dettaglio e portando alla chiusura di migliaia di piccole e medie imprese, per lo più nei centri storici delle città, peggiorando la vivibilità degli stessi e certo non migliorando il servizio ai consumatori. Posti di lavoro forse recuperati solo in minima parte dalle grandi imprese del settore che potranno permettersi l’estensione degli orari.

Più realisticamente l’effetto di tale liberalizzazione sarà un drastico peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità di vita per i dipendenti del settore, in gran parte donne, già oggi impegnati con orari impossibili e magri salari.

FILCAMS – CGIL, FISASCAT – CISL e UILTUCS – UIL ritengono che non possa essere questa l’idea di Sviluppo del Commercio e che la libera concorrenza tra attività commerciali debba avvenire all’interno di un quadro di regole definito per evitare una rincorsa alla totale deregolamentazione del settore di cui farebbero inevitabilmente le spese i soggetti più deboli: i lavoratori dipendenti, da un lato, e le realtà meno forti e strutturate dall’altro.

Per questo abbiamo inviato una richiesta d’incontro urgente all’Assessore Regionale al Commercio e per questo chiederemo a tutti i Comuni della nostra Regione riconosciuti Città d’Arte e Turistici di attivare i tavoli di concertazione per definire i calendari per le aperture 2012 nello spirito della Legge Regionale e in coerenza con un necessario e auspicato sistema di governance del territorio dove ogni regola e deroga deve essere calibrata in base alle specificità del tessuto sociale, culturale e produttivo.

Nel contempo informeremo le lavoratrici ed i lavoratori del commercio di una situazione che rischia di aggravare i problemi che la crisi provoca creando danni per il futuro del settore.