“In un contesto di crisi economico-finanziaria senza precedenti e della quale non si vede la fine, il nostro Ateneo sta dimostrando che si può e si deve far fronte ai sacrifici con animo forte e determinato, senza lasciarsi andare allo sconforto”. E’ con queste parole che il Rettore prof. Aldo Tomasi, pronunciate alla fine del suo indirizzo di saluto alle tante autorità presenti, si è congedato ed ha dichiarato aperto l’836° Anno Accademico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia”.

Nel suo intervento, davanti ad una attenta platea che ha visto presenti in prima fila i sindaci di Reggio Emilia Graziano del Rio, e di Modena Giorgio Pighi, al Prefetto di Reggio Emilia Antonella De Miro, al Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, oltre al Vescovo di Reggio Emilia Adriano Caprioli e ad altre numerose autorità, tra cui i parlamentari Emerenzio Barbieri, Maino Marchi, Leana Pignedoli e Albertina Soliani, il Magnifico Rettore ha riassunto così la situazione in cui versa l’Università italiana: “il capitolo ministeriale dedicato all’edilizia universitaria non è finanziato da anni” e “il blocco del turn over sta allontanando schiere di giovani che vorrebbero cimentarsi in un ambiente così stimolante, formativo, gratificante, come quello universitario. Molti, troppi di questi giovani, essenziali per il Paese sono ormai persi”. E, quindi, da qui l’appello: “Mi auguro veramente che tutti comprendano quanto gravi saranno le conseguenze per il futuro di questo Paese e, compatibilmente con le risorse, si dia priorità ad una politica di impiego dei giovani. Ciò che serve ora è capacità di proposta, impegno, serietà”.

E impegno e serietà sono state le parole d’ordine che hanno guidato i vertici dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia in questi anni, tanto da consentirgli di archiviare un consuntivo per l’anno 2010 che ha evidenziato un avanzo di amministrazione disponibile di circa 1,6 milioni di euro, ottenuto attraverso la significativa diminuzione del disavanzo di parte corrente.

Di questi, oltre in terzo sono stati assegnati alla creazione di un fondo per il finanziamento di iniziative e azioni a favore degli studenti, circa un terzo per la copertura delle spese del bilancio universitario a favore del personale tecnico-amministrativo, il residuo per aumentare il fondo di riserva.

“Visto il miglioramento del bilancio di Ateneo, – ha potuto annunciare il Rettore Aldo Tomasi – si prevede per il 2012 qualche piccolo investimento, dopo anni di blocco. Si costituirà un fondo di Ateneo per la ricerca, verranno stanziati fondi per compensare l’attività didattica dei ricercatori, sarà proposta una cifra significativa (1,2 milioni di euro) per la manutenzione straordinaria di edifici”.

I sacrifici per arrivare a questo risultato, però, sono stati tanti: in tre anni vi è stato un calo di 73 docenti e 64 non docenti, minimamente compensato da 29 posizioni a tempo determinato. “La perdita – ha proseguito il Rettore Aldo Tomasi – si è fatta particolarmente sentire a livello di docenza, dato che i ricercatori a tempo determinato non hanno né possono avere importanti compiti didattici in Ateneo”.

In assenza di reali cambiamenti nel trend delineato, tra 2-3 anni si assisterà ad una crisi difficilmente descrivibile, in termini di chiusura di corsi. Il D.M. 160, 2010 (ex DM. 17) prevede non solo un ulteriore irrigidimento nell’apertura di nuovi corsi, ma anche ulteriori restrizioni nel numero dei docenti necessari per mantenere attivi i corsi offerti, i cosiddetti requisiti minimi.

“Stiamo affrontando la seconda importante modifica di regole concernenti i requisiti minimi di docenza – si è lamentato il Rettore Aldo Tomasi -, regole imposte più che concordate dal Ministero, il tutto accompagnato dalla legge 240. UNIMORE sta facendo reali sacrifici per mantenere stabile la propria offerta formativa, finora con successo”.

Nel 2011, infatti, a fronte di un calo generalizzato delle immatricolazioni, l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha visto incrementare il proprio numero di studenti che si sono iscritti per la prima volta al Sistema Universitario italiano: i dati al 15.11.2011, relativi ai soli corsi laurea di primo livello e magistrali a ciclo unico a confronto con il dato dei nuovi iscritti per la prima volta al Sistema Universitario del 2010, si ha un aumento complessivo superiore al 3,8%, un dato che sconta ancora il mancato completamento della procedura di immatricolazione degli Allievi Ufficiali dell’Accademia Militare. Il numero totale degli studenti presenti in Ateneo è di circa 21.000, comprendendo gli studenti dei corsi di specializzazione, master e dottorato.

La percezione di efficacia della preparazione accademica da parte dei laureati UNIMORE comunque è in crescita. I laureati dell’Ateneo, nonostante la gravissima crisi che il Paese sta vivendo, trovano lavoro, nel proprio campo, in altissime percentuali. Il reddito mensile medio degli occupati modenesi-reggiani è ancora sensibilmente più alto della media nazionale.

Rilevante anche il dato il dato sugli abbandoni. Sul territorio nazionale gli abbandoni raggiungono il 19% circa, a fronte di una media Europea del 10%; UNIMORE registra un tasso di abbandono che si aggira sul 13%, ma nelle Facoltà scientifiche che più caratterizzano l’offerta formativa di UNIMORE, gli abbandoni sono inferiori al 10%.

Dall’indagine Alma Laurea i dati scelti per l’analisi della condizione occupazionale dei laureati dell’Ateneo negli ultimi tre anni mettono in luce una performance altamente positiva. “La peculiarità territoriale del contesto socio-economico nel quale si trova l’Ateneo – ha aggiunto Tomasi – mantiene sopra la media nazionale la percentuale di occupati nell’industria, evidenziando una efficace sinergia tra l’organizzazione dei percorsi didattici e le reali esigenze delle realtà produttive prettamente industriali del territorio”.

I dati sull’occupazione dei nostri laureati ad un anno dalla laurea, testimoniano la qualità della formazione che i nostri studenti ricevono.

Per mantenere la competitività ed i traguardi raggiunti il Rettore ha annunciato che “stiamo lavorando intensamente sulla definizione della programmazione triennale della ricerca di Ateneo 2011-2013”. Il lavoro si concentra per definire le linee di ricerca di ateneo interdipartimentali e multidisciplinari e definirne la loro strategicità. L’obiettivo principale è quello di dare una dimensione internazionale al nostro Ateneo puntando nel futuro alla identificazione di veri e propri centri di eccellenza. I criteri di selezione sono quelli usati a livello nazionale dalla valutazione della ricerca del CIVR e internazionali come quelli che sono identificati nei progetti della comunità Europea. La valutazione di tali linee di ricerca non sarà autoreferenziale, in quanto verrà fatta da un panel di revisori esterni.

Sono state identificate 12 linee di ricerca, tra queste con un ulteriore lavoro di definizione, si identificheranno non più di 5 linee, che diverranno le linee di ricerca strategica dell’Ateneo. Su queste UNIMORE investirà i fondi del ri-costituito “Fondo di sviluppo della ricerca di Ateneo”, finanziato con cifre esigue negli ultimi 3 anni, ma che “grazie al miglioramento del nostro bilancio, – ha tenuto a precisare il Rettore Aldo Tomasi – potrà beneficiare di un finanziamento di 1 milione di euro nei prossimi 2 anni”. Il fondo di sviluppo, verificato con cadenza annuale, sarà utilizzato per diverse tipologie di interventi: reclutamento di personale ricercatore (RTD) e tecnico; acquisizione di strumentazioni; infrastrutture di laboratorio; finanziamento attività giovani ricercatori per lo sviluppo di tematiche proprie della linea di ricerca strategica; finanziamenti per assegni di ricerca o borse di dottorato.

“Ben conscio del fatto che la funzione della formazione e della ricerca universitaria – ha detto il Rettore – non possano essere esclusivamente governate da esigenze localistiche, il rinforzare ed anzi creare ex novo rapporti con il territorio è un punto rilevante del programma del mio Rettorato. L’Ateneo può e deve <fare sistema> con le istituzioni pubbliche locali e le realtà produttive: ricerca, didattica, accordi di programma che portino ad investimenti che sono occasione di lavoro anche per il territorio. Il concetto di radicamento sul territorio è complementare e sussidiario a quello di internazionalizzazione del nostro Ateneo. In questo contesto l’Ateneo continua la propulsione concentrando le iniziative su obiettivi precisi, come ad esempio la collaborazione che si sta cercando di rendere sempre più efficace, con Democenter e Reggio Emilia Innovazione”.

Concludendo il suo intervento per il futuro il Rettore prof. Aldo Tomasi ha indicato tra gli obiettivi il percorso per attivare a Modena e Reggio il “Collegio di Cina” e le trattative con “Fabbrica immobiliare” per costruire nel Campus del S. Lazzaro i laboratori, di cui all’accordo quadro firmato a Reggio Emilia nei giorni scorsi.

Sul tema della ricerca è tornato a parlare nella sua lectio magistralis anche il prof. Mauro Dell’Amico della Facoltà di Ingegneria di Reggio Emilia che ha dichiarato ”Se nell’ultimo decennio la ricerca è stata una grande opportunità, oggi si è trasformata in una sorta di <inderogabile necessità>”.

“Il nostro Ateneo è da anni impegnato su varie tipologie di progetti in ambito europeo. Notiamo con piacere – ha spiegato Mauro Dell’Amico – la crescita dei progetti nel tempo, in particolare nell’ambito del cosiddetto Programma Quadro. Proprio nell’ambito dei progetti del Settimo Programma Quadro, iniziato nel 2007 e destinato a concludersi alla fine del prossimo anno, il nostro Ateneo ha vinto, in una competizione molto serrata con i più importanti centri di ricerca e aziende d’Europa, oltre 50 progetti collocandosi in una posizione di primato rispetto alle altre Università della Regione, se si tiene conto delle relative dimensioni degli Atenei. E’ questo motivo di giusto orgoglio da condividere tra i nostri ricercatori, le strutture amministrative periferiche che li supportano e l’ufficio ricerca”.

Nel quadro di questo impegno spiccano le propensioni dei singoli dipartimenti. In particolare tre sono i dipartimenti che hanno dimostrato maggior capacità di ricerca finanziata competitiva in ambito europeo: il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, il Dipartimento di Scienze Biologiche ed il Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria.

“Negli ultimi anni grazie a queste iniziative, – ha aggiunto Mauro Dell’Amico – sono passati nel nostro Ateneo i rappresentanti di molti importanti centri di ricerca, università e aziende del mondo. Queste realtà sono venute qui da noi da tutta Europa, hanno conosciuto l’ospitalità del nostro paese, hanno discusso con noi in meeting molto serrati e hanno apprezzato in questa chiave il nostro territorio”.

Gli enti del territorio – è l’esortazione rivolta dal prof. Mauro Dell’Amico – devono giocare in questo un ruolo da primi attori. Ma non meno le imprese private sono chiamate al loro impegno. “La grande maggioranza di questi progetti richiede cofinanziamenti ed impegno concreto di aziende. Il successo delle principali iniziative che conosciamo (come ad esempio quella virtuosa del centro di medicina rigenerativa del nostro Ateneo) vedono un impegno diretto del privato, non tanto interessato a ricevere un finanziamento pubblico una-tantum, ma alla realizzazione di una ricerca avanzata ed innovativa. A questo impegno si deve affiancare quello del territorio, delle sue Istituzioni, delle sue Fondazioni per predisporre le basi strutturali su cui sviluppare i progetti”.

Nel corso della cerimonia che si è tenuta a Reggio Emilia nell’Aula Magna “P. Manodori” del Complesso universitario Zucchi hanno preso la parola anche il Presidente del Consiglio degli studenti Giuseppe Bagli ed il Presidente del Consiglio del Personale Tecnico Amministrativo Giuseppe Gatti.

Prima di concludere la giornata il Rettore, dopo aver consegnato attestati di riconoscimento ai giovani neo-laureati e ricercatori dell’Ateneo che nel corso del 2011 hanno ottenuto premi nazionali ed internazionali, ha preceduto anche alla consegna del decreto di “Professore Emerito” a 10 docenti distintisi per la loro lunga carriera accademica e per i meriti scientifici,

si tratta dei professori:

– Virginio Bortolani, già ordinario di Fisica della materia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Rodolfo Cecchi già ordinario di Ingegneria sanitaria-ambientale presso la Facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari”

– Ermanno Galli già ordinario di Mineralogia presso la Facoltà di Farmacia

– Alberto Giannetti già ordinario di Malattie cutanee e veneree presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia

– Gianni Immovilli già ordinario di Telecomunicazioni presso la Facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari”

– Gastone Marotti già ordinario di Anatomia umana presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia

– Ugo Maria Pagnoni già ordinario di Chimica organica presso la Facoltà di Bioscienze e Biotecnologie

– Mario Panizza già ordinario di Geografia fisica e geomorfologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali

– Paolo Tiberio già ordinario di Sistemi di elaborazione delle informazioni presso la Facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari”

– Umberto Torelli già ordinario di Medicina interna presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia