“Il sindacato pensionati Cisl (Fnp) dell’Emilia-Romagna prende atto con soddisfazione dell’impegno, espresso dalla giunta regionale nel bilancio di previsione 2012, di confermare il finanziamento del fondo regionale per la non autosufficienza, nella misura già prevista per il 2011 ed almeno nella parte che storicamente fa capo alla Regione stessa e che i contribuenti pagano con l’addizionale regionale introdotta dal 2007. Apprezzata è anche la disponibilità della Giunta ad aggiungere al fondo stesso ulteriori 15 milioni, pari a circa la metà dei 31 milioni non più erogati dallo Stato a causa dei tagli indiscriminati alla spesa sociale”.

Così Franco Andrini, responsabile dei Pensionati Cisl (Fnp) dell’Emilia-Romagna.

Ricordando che il sindacato aveva chiesto che tutti i 31 milioni mancanti venissero coperti dal bilancio regionale, così da avere 460 milioni per il 2012, Andrini osserva che, “se ciò non è stato possibile, ma c’è l’impegno reciproco a rivedere in corso d’opera l’andamento della spesa complessiva, così da recuperare e destinare al fondo eventuali avanzi di capitoli non spesi. Coerentemente con la trasparenza che il sindacato pretende dalla pubblica amministrazione, come condizione essenziale per fare concertazione”.

“Senza trasparenza nei conti –rimarca Andrini- non ci potranno essere accordi di bilancio e questo vale sia per la Regione che per i Comuni, dai quali ci attendiamo esposizioni chiare e comprensibili della gestione delle risorse, a partire da quelle derivanti dalla fiscalità locale con le varie addizionali o le tassazioni che la riforma federale consentirà”.

Infine, preoccupa la Fnp la riforma della assistenza in cantiere presso il governo centrale e l’aumento di richiesta assistenziale che anche in Emilia-Romagna sta provocando situazioni di sofferenza nelle famiglie, “a cui il fondo regionale, per quanto il sindacato cerchi di ‘difendendo con i denti’, non sarà a breve in grado di far fronte, se non si attuerà la riforma nazionale (dell’assistenza) che da tempo la Fnp chiede ai vari governi.

“Il momento di crisi non è il migliore per avanzare richieste” –osserva Andrini- puntualizzando che “quando si dichiara che ci vuole equità siamo d’accordo, purchè equità significhi distribuire i sacrifici anche su chi finora li ha scansati e salvaguardare la copertura delle esigenze degli ultimi, perché quando si parla di non autosufficienza è di questi che si tratta”.