In questi giorni, stiamo assistendo all’agitazione di discreta parte degli studenti e delle studentesse delle scuole superiori di Modena. Di questa agitazione non condivido alcune pratiche politiche spontaneiste e dannose quali i cortei selvaggi, il blocco della scalinata del Comune o i picchettaggi degli istituti, ma altrettanto credo che le autogestioni e le assemblee di piazza, se tese a favorire discussioni costruttive e proposte alternative, possano essere utili. Di cosa stanno provando a parlare i giovani in movimento? Della crisi che ci attanaglia, dell’insostenibilità del debito, dell’austerità, dei sacrifici per i ceti popolari che si profilano. Temi generali, potrà dire qualcuno, e che però condizionano la vita quotidiana delle persone, specie di quelle che stanno in basso nella scala sociale. Si possono criticare i toni ed il ribellismo di certe espressioni, ma altrettanto occorre contestualizzare il momento politico che stiamo vivendo: il Governo Monti si appresta a varare un pacchetto di misure sostanzialmente in linea con le politiche neo-liberiste che hanno generato la crisi. In sintesi, questi studenti e queste studentesse lanciano un segnale d’insofferenza; sta alla politica, specie a sinistra, ascoltare, decifrare e dialogare.

(Giuseppe Morrone, Coordinamento Federale SEL)