“Sentire parlare di “fulmini a ciel sereno” – premettono Claudia Zagni, Alberto Crepaldi, Pierluigi Montorsi, esponenti rispettivamente di Cna, Confcommercio, Lapam città di Modena – rispetto alla prospettiva che le concessioni decennali della Fiera Antiquaria, già prorogate lo scorso anno ed in scadenza al 31 dicembre, non vengano rinnovate, risulta piuttosto strano. Almeno agli occhi di chi, come noi, da anni segue il tema”.

È un fatto oggettivo che la storica Fiera Antiquaria, fiore all’occhiello della Città fino agli anni ’90, ha cambiato da tempo radicalmente i propri connotati, avendo perso da diversi anni la capacità di richiamare a Modena amanti, cultori o semplici curiosi dell’antiquariato di qualità da tutta Italia.

Costituiscono fatti reali l’emorragia di operatori avvenuta negli anni (da più di 300 a poco più di 60) nonchè lo scadimento qualitativo dell’offerta merceologica.

“Questi innegabili elementi – proseguono i rappresentanti delle 3 associazioni – sono stati la base di partenza per avviare lo scorso anno un confronto sul futuro dell’antiquariato in piazza tra le Associazioni di Categoria e l’Amministrazione Comunale, culminato con la scelta attesa da anni di riportare in centro l’antiquariato di qualità, attraverso una nuova manifestazione, organizzata dall’associazione Mercantico. Una parte degli operatori presenti al Novi Sad ha così deciso di aderire alla nuova manifestazione in centro; un’altra parte, opponendosi a tale prospettiva, ha invece espresso la propria preferenza a rimanere al Novi Sad”.

Per rispetto di questi operatori, dei posti di lavoro che rappresentano per sé e per le loro famiglie, la decisione finale adottata dall’Amministrazione e condivisa da tutte le Associazioni, è stata dunque quella di mantenere la Fiera Antiquaria del Novi Sad, – prorogando la scadenza delle concessioni decennali al 31 dicembre 2011 – dando contemporaneamente inizio al nuovo evento in centro.

“Ebbene – precisano Montorsi, Crepaldi e Zagni – , a 10 mesi dall’avvio della nuova manifestazione in Centro Storico (che conta ad oggi oltre cento iscritti e che potenzialmente potrebbe già allargarsi oltre Piazza Grande), è a tutti evidente che la scommessa di riportare l’antiquariato di qualità nella cornice naturale del Centro Storico di Modena è stata vinta. Non solo perché finalmente si è ricucito un indispensabile rapporto con il commercio in sede fissa del centro, ma soprattutto perché sono tornati a Modena importanti espositori antiquari e clientela che da troppi anni non veniva più a Modena”.

“Rispetto alle prospettive della Fiera al Novi Sad, va detto chiaramente che non rinnovare (ulteriormente) le autorizzazioni decennali, non significa, come taluni vogliono far credere, negare agli operatori la possibilità di continuare ad esercitare la propria attività: gli accordi presi con l’Amministrazione prevedono infatti che gli ambulanti possano organizzare un nuovo evento, “diverso” dall’attuale, meglio organizzato, partecipato e pubblicizzato, rivolto evidentemente ad una tipologia di clientela diversa da quella che frequenta il Centro storico: ad esempio un mercato delle pulci o “Marché vieilles choses” per dirla alla francese, o “marchè di zavai” per dirla in dialetto, che intercetti il modenese curioso, ma anche lo straniero, il turista”.

Ma allora dov’è il problema? Il problema, a giudizio di alcuni, è la perdita del “titolo autorizzatorio” decennale, di ciò che oggi dà la garanzia, il diritto al posteggio: un titolo che negli ultimi anni peraltro è stato restituito all’Amministrazione da un elevatissimo numero di ambulanti!.

“Tutelare il commercio ambulante oggi – affermano Crepaldi, Zagni e Montorsi – in uno scenario irreversibile di liberalizzazione delle attività e delle professioni, crediamo non possa significare difendere anacronisticamente la formalità dei “titoli”, ma mettere in campo sostanzialmente azioni, reali sbocchi e opportunità di mercato, anche negoziando e/o concertando con le Amministrazioni le necessarie risorse”.

Meglio quindi sarebbe prendere atto che la Fiera Antiquaria del Novi Sad, non la si tiene in vita con un rinnovo di “decennali”, ma con un serio progetto di rilancio, che assuma come linee guida la qualità e la differenziazione merceologica rispetto alla manifestazione del centro storico.

“Per questo – concludono gli esponenti delle 3 Associazioni – siamo e saremo pronti a spenderci, non certo per alimentare una deleteria contrapposizione tra chi vuole rimanere al Novi Sad e far morire, con il titolo decennale in tasca, ciò che di buon antiquariato c’è ancora e chi invece ha scelto di scommettere sul centro storico”.