In Emilia-Romagna sono circa 400 gli ex postali che rischiano di restare senza pensione e senza lavoro a causa del nuovo sistema pensionistico varato dalla riforma del governo Monti. E’questo l’allarme lanciato oggi da Valerio Grillini, segretario generale regionale dei postelegrafonici (Slp) della Cisl. “Ex dipendenti – precisa il sindacalista – che hanno accettato un esodo anticipato in cambio di un percorso di “accompagnamento alla pensione” che avrebbe dovuto permettere loro di arrivare alla data utile per il “vero” pensionamento. Fase, quest’ultima, che per la maggior parte dei casi in questione, sarebbe dovuta arrivare solo negli anni successivi, in un periodo compreso tra il 2012 e il 2015”.

“Con le nuove regole – continua Grillini – le attese si sono allungate, e ora si corre il rischio che il “tesoretto” pagato da Poste Italiane per sfoltire gli organici non sia più sufficiente. Senza contare che le più penalizzate, ancora una volta, risultano essere le donne. Donne che con la vecchia normativa contavano di andare in pensione intorno ai 60/61 anni, mentre oggi devono attendere anche altri 4, 5, 6 o addirittura 7 anni”.

Un problema, come ha denunciato più volte la Slp Cisl, che è sfuggito al Governo nella stesura della manovra, quando, nel predisporre il “paracadute” che tutela i lavoratori interessati dai fenomeni di mobilità, non ha inserito gli “esodi volontari”. Un fenomeno particolarmente incentivato in Poste SpA, tanto che nell’intera penisola sono oltre 5 mila gli ex lavoratori interessati.

“In questi giorni – ha ribadito con decisione il dirigente cislino – il nostro sindacato, oltre ad accendere nuovamente i riflettori su quest’anomalia, sta cercando di coinvolgere le forze politiche della nostra regione affinché inducano il Governo ad apportare delle modifiche. Modifiche che, attraverso un decreto, si spera possano ristabilire i diritti di tante persone rimaste senza tutela solo perché le regole sono cambiate in corso d’opera”.

“D’altro canto – ha concluso il segretario regionale dei postelegrafonici della Cisl – riteniamo che anche Poste Italiane, una società di fatto ancora pubblica, non possa sottrarsi ai propri impegni, ancor più in un caso di necessità come questo. Da parte nostra, non molleremo la presa di un millimetro e continueremo a dare voce a coloro che, soprattutto in un momento di crisi come questo, hanno bisogno di sostegno”.