“Rinunciare all’acquisto di 131 cacciabombardieri per dare a 50mila giovani italiani, la fascia di popolazione più tartassata dalla crisi e dimenticata dai governi degli ultimi 20 anni, la possibilità di fare servizio civile impegnandosi per la comunità e contribuendo a costruire la pace anzichè armi da guerra”.

E’ la provocatoria proposta con cui l’assessore con delega al Servizio civile del Comune di Modena, Fabio Poggi, nonché presidente del Copresc, il Coordinamento degli enti di Servizio civile della provincia di Modena, interviene nel dibattito tra il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e le associazioni pacifiste che contro l’acquisizione dei velivoli da guerra hanno lanciato la campagna “NoF35”.

Il ministro, rispondendo ieri al question time alla Camera, ha detto che il programma per gli F-35 Joint Strike Fighter “frutterà 10 mila posti di lavoro”. Per la Rete italiana per il disarmo, con cui concorda Pax Christi, il dato “è irreale e smentito da valutazioni sindacali, industriali e della stessa Aeronautica militare”. “Se anche fosse verosimile – sottolinea l’assessore Poggi – fare un analogo investimento di risorse in opere e infrastrutture civili, oltre a creare posti di lavoro, offrirebbe indubbi vantaggi alla collettività. E per tornare al servizio civile, vorrei ricordare al ministro che il prossimo anno solo 4 mila ragazzi potranno svolgere il servizio a causa dei drastici tagli operati dal precedente Governo che mettono a rischi la sopravvivenza stessa dell’esperienza. Mentre apprendiamo in questi giorni che i 20 milioni stanziati per la mini-naja, le tre settimane di servizio militare volute dall’ex-ministro Ignazio La Russa, sarebbero già stati tutti spesi nel 2011. La qual cosa fa pensare che l’obiettivo di quell’azione fosse lontano dalla volontà di investire sui giovani, di cui invece ci sarebbe profondamente bisogno”, conclude Poggi.

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