Oltre 400 tra Valmarecchia e Forlivese, ospitati in strutture appositamente allestite e spazi ricettivi individuati dalle amministrazioni comunali: è raddoppiato il numero dei cittadini evacuati, tra venerdì 10 e sabato 11 febbraio, a causa delle eccezionali precipitazioni nevose e dell’ulteriore abbassamento delle temperature. Confermata l’allerta sul maltempo emanata giovedì 9 febbraio dall’Agenzia regionale di Protezione civile: preallarme per le province di Rimini e Forlì-Cesena e stato di attenzione per le altre province dell’Emilia-Romagna. Precipitazioni nevose eccezionalmente abbondanti sono state registrate nelle ultime ore in Romagna. Nel riminese, soprattutto in Valmarecchia e Valconca, si sono raggiunti valori intorno ai 70-120 centimetri; nella fascia pedemontana del forlivese rilevati valori intorno agli 80-120 centimetri, in particolare nei Comuni di Santa Sofia, Bagno di Romagna, Sarsina, San Piero in Bagno. Forti raffiche di vento (con valori in certi casi superiori ai 75 km/h) hanno causato tormente, così come previsto dall’ultima allerta regionale della Protezione civile, determinando un quadro generale di criticità diffuse. La perturbazione ha raggiunto anche le province di Ferrara, Ravenna e Bologna, dove la neve ha toccato valori intorno ai 20-35 centimetri, e l’Appennino modenese, bolognese e reggiano con abbondanti precipitazioni.

La Protezione civile regionale rafforza uomini e mezzi: i numeri Il sistema regionale di Protezione civile – al lavoro da oltre 200 ore per far fronte all’emergenza maltempo – ha messo in campo ulteriori uomini e mezzi di fronte all’aggravarsi della situazione: 550 vigili del fuoco dell’Emilia-Romagna, affiancati da 130 vigili del fuoco del Trentino, 25 vigili del fuoco da Bolzano e 10 operatori di protezione civile dalla Valle d’Aosta – coordinati da Giovanni Nanni, direttore regionale dei vigili del fuoco dell’Emilia-Romagna – hanno fatto fronte alle innumerevoli richieste di intervento di sindaci e cittadini. Con l’efficace coordinamento dell’Agenzia regionale di Protezione civile, svolto insieme a prefetture, amministrazioni provinciali e comunali, gli oltre 400 volontari di protezione civile emiliano-romagnoli hanno lavorato fianco a fianco agli operatori degli enti locali, del Corpo forestale dello Stato, forze dell’ordine, Aziende sanitarie locali e operatori del 118. Alle macchine operatrici comunali solitamente impiegate nel piano neve sono state aggiunte 12 turbine speciali fornite dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, 20 pale gommate di grandi dimensioni messe a disposizione dall’Agenzia regionale di Protezione civile, d’intesa con il Dipartimento nazionale della Protezione civile, 6 pale gommate dell’Esercito e altri mezzi speciali dei vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato e volontariato di protezione civile. Di grande efficacia l’intervento di 8 mezzi del tipo “gatto delle nevi”, inviati dalle Province Autonome di Trento e Bolzano, due mezzi dalla Val D’Aosta, e 6 motoslitte fornite dai vigili del fuoco e Corpo forestale dello Stato.

Rischio crollo tetti, i controlli svolti E’ stata prestata grande attenzione al pericolo di crollo dei tetti a causa della neve, soprattutto per scuole, edifici pubblici, strutture socio sanitarie: in accordo con prefetture e amministrazioni locali, sono intervenuti per gli opportuni controlli i vigili del fuoco dell’Emilia-Romagna, del Trentino, supportati da ingegneri strutturisti del Servizio tecnico di bacino fiumi romagnoli. Un lavoro reso possibile grazie a strutture speciali come piattaforme messe a disposizione dal Trentino, vigili del fuoco e al supporto di squadre degli alpini da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. In Romagna, nelle aree più colpite dal maltempo si sono comunque verificati  numerosi crolli di capannoni industriali e coperture di allevamenti, senza tuttavia danni alle persone. Resta in vigore in tutta la regione il divieto di circolazione dei veicoli commerciali con massa superiore a 7,5 tonnellate su autostrade e strade provinciali.  L’Agenzia regionale di Protezione civile continua a monitorare l’evoluzione della situazione in stretto raccordo con il Dipartimento nazionale di Protezione civile e tutti gli enti gestori di servizi pubblici essenziali come Enel, Hera, Ferrovie dello Stato, Anas.