“Il protrarsi dei disservizi, dei ritardi dei treni e dell’emergenza del trasporto pubblico regionale dopo alcuni giorni dall’emergenza neve è inaccettabile. Ora si usi il ricavato della corretta decisione della Regione di sanzionare le FS per risarcire gli utenti, la gran parte dei quali è costituita da lavoratori pendolari, e per garantire migliori condizioni di lavoro al personale delle stesse Ferrovie”.

E’ quanto affermato questa mattina da Giorgio Graziani e Vincenzo Curcio, rispettivamente segretario generale della Cisl Emilia Romagna e segretario generale regionale della categoria dei trasporti (Fit) del sindacato di via Milazzo, al termine di un incontro congiunto.

“Sebbene ogni anno la Regione paghi alle Ferrovie dello Stato circa 90 milioni di euro per comprare i servizi ferroviari regionali – hanno aggiunto i due sindacalisti-, sempre più spesso, i treni e le carrozze risultano insufficienti rispetto alla richiesta, con frequenti ritardi, sporcizia e disservizi intollerabili per gli utenti, specie per i più deboli, per gli studenti e per i lavoratori pendolari, costretti per necessità logistiche a un utilizzo quotidiano di questo mezzo di trasporto. E ciò nonostante a partire da luglio scorso ci sia stato un aumento delle tariffe ferroviarie tra il 10 e il 12%.”.

“Le condizioni di maltempo delle ultime settimane – hanno continuato i dirigenti della Cisl -, seppure eccezionali, non hanno fatto altro che mettere in evidenza le gravi condizioni in cui versa il trasporto pubblico regionale, con le conseguenze che vengano letteralmente scaricate su utenti e lavoratori del settore, come dimostrano senza alcun ombra di dubbio i tagli messi in campo dalle Ferrovie sulla manutenzione e sul personale”.

“Ora – hanno concluso Graziani e Curcio – chiediamo che la Regione, oltre a sanzionare doverosamente le FS, nella nuova gara per l’acquisto dei servizi ferroviari regionali riesca a correggere queste storture e ad assicurarsi condizioni di servizio diverso. Una delle poche possibilità per rafforzare le condivise politiche di sviluppo dell’utilizzo del mezzo pubblico e per alleviare le difficoltà di decine di migliaia di studenti e lavoratori pendolari che per condizioni economiche, per necessità personali o per scelta volontaria utilizzano il treno come mezzo di trasporto”.