Ateneo in lutto per la improvvisa scomparsa del suo “Professore Emerito” Alessandro Alberigi Quaranta, una delle figure scientifiche di maggiore spessore nazionale ed internazionale che abbiano onorato l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia del quale si ricordano il contributo e l’impulso dati allo sviluppo in sede locale e nazionale degli studi nel campo dell’elettronica e strumentazione avanzata e della struttura della materia.

A lungo ordinario di Fisica e di Sistemi Informativi il docente, che ha alle spalle oltre quaranta anni di attività accademica, trentacinque dei quali trascorsi a Modena presso il Dipartimento di Fisica dell’Ateneo modenese-reggiano e presso l’Istituto Nazionale per la Fisica della Materia, si è spento serenamente nella giornata di venerdì alle ore 21.00 all’età di 85 anni alla struttura per anziani “Anni Azzurri – Ducale 3”, dove si trovava ospite ormai da mesi.

Della sua presenza a Modena e della eredità che ha lasciato ne parla il suo principale allievo. “Ho conosciuto il prof. Alberigi Quaranta all’Università di Bologna nel 1963 quando mi sono rivolto a lui per svolgere la tesi di laurea nell’ambito delle proprietà elettroniche dei materiali. Successivamente – ha ricordato quello che può essere considerato il suo erede il prof. Giampiero Ottaviani a lungo docente all’Università degli studi di Modena e Regio Emilia – ho fatto parte del gruppo che egli costituì e che si trasferì presso l’Università di Modena nel 1968. Da allora ho sempre lavorato con lui e in questo lungo periodo ho potuto apprezzare le sue doti di ricercatore in primo luogo e le sue capacità nel saper coordinare e dirigere un nutrito gruppo di validi ed affermati colleghi e giovani, riuscendo a fare convivere e collaborare fattivamente fisici teorici e sperimentali. Tra le sue molte doti ho sempre apprezzato la capacità di sapere valutare con obiettività le persone dopo averle sottoposte ad un duro tirocinio che, se superato, conferiva al collaboratore piena e completa autonomia”.

Le esequie si terranno martedì 6 marzo alle ore 10.00 nella chiesa parrocchiale di San Lazzaro (Via Livio Borri 90) a Modena.

Appresa la notizia il Rettore prof. Aldo Tomasi ha immediatamente fatto giungere ai famigliari ed ai tanti amici del professore le espressioni di cordoglio sue personali e dell’Ateneo. “Con la scomparsa del prof. Alessandro Alberigi Quaranta – ha detto il Rettore – si può proprio dire che se ne è andata una figura storica che col suo prestigio ha indubbiamente contribuito alla affermazione del nostro Ateneo in ambito nazionale e non solo. Persona dotata di una profonda cultura e capace di brillanti intuizioni ha lasciato una grande eredità rappresentata da quello che sono oggi tanto il Dipartimento di Fisica quanto gli studi sulle nanotecnologie che si conducono presso il Centro di Ricerca INFM S3”.

“Dobbiamo molto ad Alessandro Alberigi Quaranta per le sue ricerche e, soprattutto, per la sua capacità di vedere lontano” ha commentato la prof. ssa Elisa Molinari, docente all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e Direttore del Centro di Ricerca INFM S3. “Proveniva dalla Scuola di Fisica Romana, dove aveva svolto ricerche sulle particelle elementari, ma negli anni ‘60 fu tra i primi a rivolgersi alla fisica dei semiconduttori per sviluppare l’elettronica <del futuro>. E infatti scrisse per Zanichelli uno dei primi testi di elettronica, su cui hanno studiato generazioni di ingegneri italiani. Grazie a lui, Modena ha scelto prestissimo di investire nei campi di frontiera in fisica della materia, anziché accodarsi alle linee di ricerca prevalenti altrove, affermandosi così nel panorama della fisica nazionale e internazionale. Con il suo impegno, il Centro per il Calcolo Scientifico e quello per i Grandi Strumenti dell’Università di Modena, che lui stesso ha diretto, hanno potuto svilupparsi come centri interdipartimentali moderni. Queste capacità lo hanno presto portato fuori da Modena, a dirigere l’informatica pubblica italiana con Finsisel, e il supercalcolo scientifico nazionale al Cineca. Ma ha sempre mantenuto interesse per Modena, dove ha aiutato decine di colleghi e studenti a trovare la loro strada, con un’attenzione per le persone e le intelligenze di tutte le età al di fuori di ogni convenzione. Anche nell’epoca del suo impegno ai massimi livelli della politica accademica e industriale del paese, gli va riconosciuto di aver mantenuto uno spirito libero e una curiosità intellettuale e umana che sono di ispirazione e stimolo per tanti di noi”.