La Cgil e il Centro Lavoratori stranieri Cls/Cgil aderiscono alla mobilitazione di lunedì 12 marzo davanti alla sede del Giudice di Pace di Modena (ore 8.30, via San Pietro) a sostegno della regolarizzazione di Andrea e Senad, il cui caso, testimonia, come tanti altri, della necessità di rivedere in senso inclusivo le norme sulla cittadinanza italiana, fondandole finalmente sullo “ius soli”.

Infatti i due fratelli, figli di genitori bosniaci, benché nati in Italia dove hanno frequentato regolarmente gli studi, si trovano adesso in una condizione di irregolarità amministrativa in conseguenza della perdita di lavoro dei genitori e della conseguente perdita del permesso di soggiorno. Non essendo mai stati naturalizzati entro la maggiore età all’ambasciata bosniaca, i ragazzi (di 23 e 24 anni) si trovano nella condizione in cui né il paese di nascita (l’Italia) né in quello di origine dei genitori (Bosnia), li riconoscono come propri cittadini. In questo limbo, da febbraio sono rinchiusi al Cie in attesa della sentenza del Giudice di Pace in merito al ricorso del loro legale contro la reclusione.

I ragazzi stanno subendo una discriminazione, un caso di razzismo istituzionale, per il mancato riconoscimento dello “ius soli”. Proprio per una revisione delle norme sulla cittadinanza e per il riconoscimento della stessa non più legata alla regola dello ius sanguinis, ma allo ius soli, è stata messa in campo una vasta campagna di sensibilizzazione da parte del Comitato nazionale “L’Italia sono anch’io”. Il 6 marzo il Comitato (promosso tra gli altri dalla Cgil) ha consegnato alla Camera dei Deputati due proposte di legge (su cittadinanza e diritto di voto amministrato) sostenute ognuna da oltre 105.000 firme, un risultato ben oltre le 50.000 firme necessarie.

Anche Modena ha dato il proprio importante contributo grazie alla sensibilità espressa da molti cittadini che hanno condiviso le proposte di legge del Comitato nei sei mesi della campagna, con ben 7.168 firme.