Maurizio Gardini, 52 anni, forlivese, è stato confermato alla presidenza della Confcooperative Emilia Romagna. Gardini – che è anche presidente del Gruppo Conserve Italia – resta così alla guida di un’organizzazione cui fanno capo 1.810 imprese con 388.610 soci (+ 14% nell’ultimo quadriennio), 73.827 dipendenti (+6% in quattro anni) e un fatturato di 25.500 milioni (+5%).

“Siamo cresciuti nonostante la crisi – ha detto Gardini – privilegiando l’economia reale e rimanendo ancorati a quel territorio in cui abbiamo generato ricchezza, lavoro e coesione sociale: proprio dal territorio, oggi, può e deve ripartire una crescita legata ai bisogni delle persone, alle risorse locali, lontana dalla finanza, fatta di beni e servizi e fondata su un nuovo patto per lo sviluppo che faccia leva su una nuova sussidiarietà tra i diversi soggetti, pubblici e privati, che sono chiamati a dare risposte alle persone sul lavoro e su un nuovo welfare che abbia l’obiettivo dell’inclusività e dell’universalità dei servizi in una condizione in cui si differenziano e si moltiplicano i bisogni”.

Su questa linea anche l’intervento del presidente della Giunta regionale, Vasco Errani: “oggi – ha detto il governatore dell’Emilia-Romagna – si può crescere sulla base di un patto fondato su efficienza e solidarietà, sulla revisione di un Patto di stabilità che restituisca capacità di investimento nel territorio, sull’evoluzione di un welfare che non è solo assistenza, ma economia sociale, sulla combinazione equilibrata di ammortizzatori sociali e investimenti e riforme del mercato del lavoro che in gran parte abbiamo anticipato con la sottoscrizione, nel novembre scorso, del nuovo Patto per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.

Da Errani sono venuti ampi riconoscimenti al ruolo della cooperazione in Emilia-Romagna, valutazioni positive sul lavoro condotto da Confcooperative, Agci e Legacoop con la nascita dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, ma anche punzecchiature al Governo: si parla di un taglio di 8,5 miliardi sulla sanità nel 2013 e 2014, ed è del tutto insostenibile, così come è inaccettabile che in questi anni si siano tagliate le spese correnti su istruzione, sistema sociale ed enti locali, trovandoci poi il risultato di un aumento della spesa corrente dello Stato del 13%; dove abbiamo speso?”.

E forse se lo chiedono anche le cooperative, visto che il presidente nazionale di Confcooperative, Luigi Marino, parlando di tempi di pagamento che si attestano a 200 giorni (150 in Grecia, 130 in Portogallo, 72 in Francia e 40 in Germania) ha detto che le cooperative “non possono essere tesorieri occulti dell’ente pubblico”.

Sulla riforma del mercato del lavoro (necessaria, ha detto Marino, che è anche presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane) il presidente di Confcooperative ha evidenziato la necessità di procedere con quella ragionevolezza che consenta di innalzare gli ammortizzatori con una gradualità sopportabile dalle imprese: condizione che oggi non c’è.