Un appuntamento di festa e divertimento, ma anche l’occasione per una serie di riflessioni sul piano economico, che interessano l’anno appena iniziato. In questo perdurante momento di difficoltà economiche, rimane certa la convinzione che i centri di provincia, i distretti, siano da considerarsi la spina dorsale di questo paese, vero motore della crescita e dell’innovazione: sono i territori in rete i volani dai quali può ripartire la sfida industriale ed economica dell’Italia.

Scandiano fa parte del territorio del Distretto Ceramico: un’area che si connota per sinergie territoriali, e che esprime comuni valori e opportunità, poiché coniuga produzione, lavoro, know how e servizi.

Il Distretto è conosciuto in tutto il mondo. Lo è la produzione ceramica ma non solo. E’ assodato il concetto di Emilia: la nostra terra è famosa per il Parmigiano reggiano e la Ferrari, che ci permette di promuovere un’immagine non solo industriale ma anche di brand, di marchio territoriale. Al contempo, serve uno sguardo nuovo, capace di coniugare alla produzione tradizionale nuove idee e di affiancare una visione d’eccellenza anche in altri ambiti economici.

La crisi economica che ha colpito anche il distretto induce imprese, lavoro ed enti locali a scelte coraggiose: è necessario costruire progettualità su filoni nuovi, in grado di generare ricchezza e posti di lavoro, senza abbandonare i settori tradizionali del nostro territorio, come le industrie manifatturiere. Non esiste ricchezza e quindi ridistribuzione del reddito senza un’industria manifatturiera. Fa parte della storia e dell’identità dell’Emilia. Dobbiamo impegnarci per sostenere quella maggiormente insediata nei nostri territori, accompagnandola nelle indispensabili innovazioni e rendendo maggiormente competitivo il sistema. Poi occorre uno sforzo, a partire dal sistema creditizio, per promuovere e sostenere nuovi settori economici: dobbiamo esprimere la capacità di recuperare terreno là dove siamo un po’ in ritardo, nella cultura, nel turismo, nel commercio e nei servizi.

Occorre partire dal presupposto che noi ci troviamo ad operare in un territorio ricco di potenzialità, costituite dal nostro paesaggio, dal vino, dal cibo, dai monumenti, dalla storia locale. Anche da noi come molti luoghi d’Italia, ci sono “ingredienti” fondamentali la cui importanza è destinata a crescere: la disponibilità di risorse ambientali; la rilevanza estetica del paesaggio; l’assetto identitario; i nuovi affari basati sulle risorse locali e sui servizi innovativi. In un’area tradizionalmente conosciuta per altri valori questa è una sfida da vincere.

Il Distretto deve essere un luogo dove si sta bene: bisogna lavorare per disporre di capitali ambientali e culturali che hanno buone potenzialità di affari in un’epoca di crescente domanda di qualità della vita e benessere psicofisico tra cittadini: la crescente richiesta di salute, naturalezza e qualità dell’ambiente, degli alimenti e delle risorse paesaggistiche potrebbero rappresentare anche opportunità economiche.

Dobbiamo al contempo divenire un luogo connesso e ricco di saperi, di conoscenze, potenziando le reti di alta tecnologia sul territorio regionale e sul distretto, e in particolare di quelle piattaforme (tecnopoli e piattaforme regionali in 6 ambiti strategici: Agroalimentare, Costruzioni, Energia Ambiente, ICT e Design, Meccanica Materiali, Scienze della vita) che garantiscono che la conoscenza generata dalla ricerca sia convertita prima in tecnologie e processi, quindi in prodotti e servizi commercializzabili per le imprese e il lavoro.

Il nostro distretto ha accettato la sfida green: la recente promozione del Festival della green economy di distretto ha portato all’attenzione degli attori locali temi strategici, importanti non solo per la preservazione ambientale, ma anche per la ricerca di nuovi ambiti di investimento sui quali scommettere per il futuro tecnologico del nostro territorio, in chiave sempre più europea.

Da un lato, risulta urgente ridurre gli impatti ambientali e sociali, in modo da limitare i costi legati alle compensazioni e alla gestione di situazioni di emergenza; dall’altro, è opportuno dirottare in modo più efficiente risorse, competenze e saperi su nuovi settori che possono rendere le imprese locali più competitive nel tempo sul mercato internazionale, e che possono rendere il territorio maggiormente sostenibile e attraente.

Scandiano continua a credere e a lavorare per la ripresa economica. In diverse situazioni gli enti locali, la Regione, le associazioni di categoria, i sindacati, gli imprenditori, i lavoratori, hanno saputo lavorare insieme con un comune obiettivo, quello della tutela dei lavoratori e del patrimonio rappresentato da un’impresa. Questo lavoro ha prodotto risultati, a volte assolutamente inaspettati. Il distretto sa dunque essere il luogo delle persone, fatto dalle persone, capace di generare risposte e contribuire allo sviluppo complessivo e al benessere di ciascuno.