“Il vino Lambrusco è il migliore ambasciatore dell’italianità nel mondo è grazie ad esso che possiamo penetrare nei principali mercati e, quindi, portarci in seguito anche altri grandi vini” ad affermarlo Fabio Sordi, direttore acquisti e mercati di Auchan, uno dei leader della grande distribuzione mondiale con oltre 50 ipermercati in Italia e presente in 11 paesi del mondo, tra cui molti mercati emergenti “dove difficilmente una singola azienda potrebbe avviare da sola operazioni commerciali”. La dichiarazione è emersa a Vinitaly al convegno “Nuove strade per l’export del Made in Italy” promosso dal Ministero per le politiche agricole alimentari e fortestali moderato da Riccardo Deserti, capo segreteria tecnica del Mipaf. Auchan per quanto riguarda il vino punta a valorizzare 60 etichette, partendo proprio dal Lambrusco, con un progetto che nel 2012 coinvolgerà il mercato della Russia, sempre più affamata di prodotti italiani, e grazie a questo nuovo driver di vino e liquori, intende “ raddoppiare il risultato del 2011, raggiungendo i 6 milioni di euro di fatturato del mondo simbolo antico di quell’arte e cura dei dettagli che punta all’eccellenza e che oggi è universalmente riconosciuto come made in Italy”.

E a far visita allo stand del top delle esportazioni del made in Italy del vino nel mondo, la prima esposizione congiunta dei Consorzi Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi e per la Promozione dei Marchi Storici dei Vini Reggiani, anche il ministro all’agricoltura Mario Catania, accompagnato da Tibero Rabboni, assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna. “Quello del vino italiano è nel mondo un mercato che vale 4,4 miliardi di euro, più dell’auto”, ha dichiarato il ministro, di qui il suo interesse nel soffermarsi con i presidenti Pierluigi Sciolette e Davide Frascari a discutere dei mercati emergenti per il celebre rosso con le bollicine: Spagna, paesi orientali, sud America dove Catania, per il Brasile, ha garantito l’impegno del governo italiano “per impedire i dazi brasiliani alle importazioni di vini italiani dei quali si discute da tempo e che penalizzeremmo le esportazioni italiane”.

“Raccogliamo oggi riconoscimenti che non ci giungono inaspettati – spiegano Pierluigi Sciolette, presidente del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi e Davide Frascari presidente del Consorzio per la Promozione dei Marchi Storici dei Vini Reggiani – ma che gli oltre 4mila contatti giornalieri a tu per tu che le 27 cantine qui presenti stanno avendo dimostrano che la scelta di collaborare assieme è stata capita, anzi voluta, e sta dando i suoi frutti”. Numerosi, per altro, sono i giornalisti che da queste parti stanno puntando i riflettori sulle capitali del Lambrusco che, sotterrata una sana rivalità, per la prima volta si presentano unite a Vinitaly. “Un po’ come alleare Juve e Milan, don Camillo e Peppone, o Bersani e Berlusconi”, scherzano in sala stampa.

“Ma oltre al mercato estero – proseguono Sciolette e Frascari – colpisce l’apprezzamento a questo Vinitaly del pubblico femminile”.

Perché questo incredibile apprezzamento all’estero (anche se solo in Italia vengono venduti dalla grande distribuzione 30 milioni e 240 mila litri) e tra le donne?

“Per l’estero, dove nei mercati emergenti è ricercato da un pubblico giovane – risponde Frascari – perché è un vino vivace, frizzante, a ridotto grado alcolico che ben si sposa con le diverse cucine”. Un successo – spiegano gli esperti frutto del salto qualitativo fatto in questi ultimi anni: investimenti agronomici (zonazione, lotta guidata, conversione degli impianti per la meccanizzazione con sesti meno produttivi e di qualità) e elle cantine (per lavorare le uve in modo delicato e rispettoso della tradizione).

“Per il palato femminile – spiega Sciolette – qui a Vinitaly abbiamo conferma di come la presenza del semisecco, più dolce del secco, lo renda particolarmente apprezzato assieme al moderato tenore alcolico e alla grande qualità”.

Non è casuale, a Vinitaly, l’abbinamento tra Lambrusco e principali produzioni reggiane e modenesi quali Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Modena, Aceto Balsamico Tradizionale, Pan de Re in un particolare connubio proposto dagli studenti dell’Istituto alberghiero per la ristorazione “Angelo Motti” e i sommelier dell’Ais. Da segnalare la presenza della Camera di Commercio di Reggio Emilia che propone la terza edizione del Concorso enologico Matilde di Canossa. Da segnalare, tra gli eventi, il giorno di chiusura, mercoledì 28 marzo 2012, alle ore 11, quando nel padiglione 1 della Regione Emilia Romagna si terrà l’ultimo appuntamento con la presentazione del Lambrusco Doc a una delegazione di giornalisti europei, curata dagli stessi consorzi dai Consorzi di Tutela e di Valorizzazione di Modena e di Reggio Emilia in collaborazione con Modena Emilia-Romagna Italy Empowering Agency.

ALCUNI NUMERI

8 mila aziende tra Modena e Reggio Emilia

Nel territorio delle province di Reggio Emilia e Modena la viticoltura interessa 8.000 aziende viticole con una superficie di 14.800 ettari di vigneti in produzione di cui il 75% è costituito da vitigni “lambrusco”. Sei sono i riconoscimenti a Denominazione di Origine Controllata: “Lambrusco Reggiano“ “Lambrusco Colli di Scandiano e di Canossa”, “Lambrusco di Sorbara”, “Lambrusco Salamino di Santa Croce”, “Lambrusco Grasparossa di Castelvetro”, “Lambrusco di Modena”. Se l’Italia ha ceduto il passo nella produzione vitivinicola alla Francia (33% di produzione viticola per i cugini d’oltralpe, 26% per il Belpaese), il Lambrusco (2,5% della vino prodotto in Italia, 3% dei vigneti) rappresenta ben il 5,3% degli acquisti e il 4,9% del valore del vino venduto con un netto distacco dal vino diretto inseguitore (solo 3% delle bottiglie vendute e il 2,4% valore commercializzato). Questo nonostante la crisi abbia prodotto un calo delle vendite di Lambrusco nei supermercati del 2,8% e il contenimento delle produzioni abbia visto ridursi del 13% la superficie vitata nella sola provincia di Reggio Emilia, contro il 6,5% in Europa e il 5% nel mondo.

Il vino esportato nel mondo è per il 70% europeo e di questa quota l’Italia, che è titolare del 22%, vanta il primato assoluto davanti a Spagna, Francia, Australia e Cile. Il 30% del vino esportato nel mondo è sfuso. Nel 2011 il fatturato del vino italiano esportato è incrementato del 7,5% rispetto all’anno precedente continuando a rappresentare la più importante voce dell’export agroalimentare nazionale. Il consumo pro-capite di vino a livello nazionale continua il trend negativo perdendo di media 1 litro di consumo ogni anno tanto che nel 2015 si prevede di raggiungere i 40 litri per italiano. A livello mondiale pare che il consumo di vino nei prossimi 10 anni sia destinato ad incrementare del 4%.

LE CANTINE PRESENTI NELLO STAND DEL LABRUSCO DI REGGIO E MODENA

Righi, Cavicchioli U. & Figli, Cantina di S. Croce, Società Agricola Paltrinieri Gianfranco, Cantina Sociale Masone Campogalliano, Azienda Agricola Reggiana, Vezzelli Francesco, Azienda Agricola Moro di Rinaldini Paola, Corte Manzini dei F.lli Manzini, Donelli Vini, Fattoria Moretto di Fabio Altariva, Cantina Sociale Prato di Correggio, Cantina Barbolini, Cantina di Sorbara, Cantine Due Torri nella Val d’Enza, Cantina della Volta di Christian Bellei & C., Zucchi, Cantina Formigine Pedemontana, Medici Ermete & Figli, Azienda Agricola Garuti Elio ed Eredi Garuti Romeo, Cantina Sociale d’Arceto, Cleto Chiarli, Azienda Agricola Pezzuoli, Ferrarini, Azienda Agricola La Battagliola di Alberto Salvadori, Cantina Sociale di San Martino in Rio, Nuova Cantina Sociale di Correggio.