Nel comprensorio del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – 130 mila ettari irrigabili tra le province Reggio, Modena (Novi, Campogalliano, Soliera, Carpi) e Mantova (Moglia) – hanno preso il via le operazioni di invaso dei canali. “Abbiamo iniziato il 12 marzo, con larghissimo anticipo rispetto a qualsiasi previsione – spiega Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale -; una situazione dettata dalla particolarità del periodo, dalla siccità in essere, dal livello basso del fiume Po e, anche, dalle richieste che in queste ore stanno pervenendo al Consorzio”. Queste ultime sono già 170.

Questa mattina il bollettino agrometeo emesso dalla Provincia di Reggio Emilia, in collaborazione con il Consorzio Fitosanitario, la stessa Bonifica e i tecnici del settore, ha confermato che sono diverse le colture che già possono essere irrigare, in caso di effettiva esigenza: quelle sotto telo (cocomeri, meloni e pomodori al momento del trapianto), pomacee (mele, pere…) e drupacee dopo la fioritura, i medicai di primo impianto, barbabietole,… Dalla settimana prossima potrebbe esservi l’esigenza di irrigare anche mais”.

“Le operazioni di invaso sono graduali, stiamo raggiungendo un buono stato di invaso nella parte bassa del comprensorio e, nei prossimi giorni, la avremo anche nelle zone medie e alte” spiega Paola Zanetti, dirigente dell’ente consortile.

Da dove proviene l’acqua che in queste ore sta riempiendo i canali?

“Nella nostra rete, che a regime contempla 3 mila chilometri di canali irrigui e 70 impianti di sollevamento, abbiamo iniziato a trattenere parte delle acque di scolo, anche se la fonte principale è il fiume Po. A Boretto, dove sorge uno degli impianti di derivazione più grandi d’Europa, le macchine sono già accese. Purtroppo il Grande fiume è a livelli di 2 metri inferiori a quelli medi del periodo ed è stato necessario accendere le macchine per prelevare acqua, quando di solito in questo periodo una parte d’invaso avveniva a gravità. Nel mentre stiamo proseguono le operazioni di manutenzione per il dissabbiamento del canale e di pulizia nel fiume per collegare l’alveo di magra con il bacino di pescaggio delle pompe. Se necessario, in base alle esigenze, potremo attivare anche ulteriori idrovore. Alle acque di scolo e del Po si aggiungono quelle derivate da Enza ma non, per quest’anno, quelle di Secchia, in quanto si rende necessaria la prosecuzione dei lavori a monte della traversa di Castellarano (che consentiranno di disporre a partire dal 2013 di un bacino di invaso di 1,5 milioni metri cubi d’acqua)”.

Dall’ente consortile anche “un appello agli agricoltori affinché comunichino con adeguato anticipo la richiesta irrigua, al fine di consentire le operazioni di distribuzione” che, comunque, avvengono all’interno del sistema Irriframe: un moderno programma che tiene conto di più fattori per giungere a fornire ‘il consiglio irriguo’: quando e quanto irrigare.