“Le Regioni vogliono interpretare il confronto in corso in queste settimane sul Patto per la Salute lavorando sui temi della qualità e dell’ innovazione”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni Vasco Errani nel dialogo che si è svolto con il ministro della salute Renato Balduzzi a conclusione del convegno “L’assistenza ospedaliera per intensità di cura” oggi a Bologna. “Le Regioni lavoreranno per una sostenibilità anche sul versante finanziario del Patto, ma non ci può essere solo un punto di vista ragionieristico – ha aggiunto Errani – Occorre contestualmente lavorare insieme per rafforzare la qualità di un servizio sanitario nazionale che ha e deve continuare ad avere al centro la persona, l’appropriatezza e la continuità delle cure e che deve mantenere le sue caratteristiche di sistema universalistico. Al centro del lavoro di amministratori, professionisti e operatori devono esserci questi valori fondanti del Servizio sanitario nazionale”. I lavori del convegno si sono conclusi questo pomeriggio con una tavola rotonda a cui hanno partecipano gli assessori alla sanità dell’Emilia-Romagna Carlo Lusenti , della Lombardia Luciano Bresciani, del Veneto Luca Coletto, della Liguria Claudio Montaldo.

Assistenza ospedaliera per intensità di cura: la centralità del paziente è l’elemento guida

Un ospedale non più strutturato come da tradizione in unità operative, in base alla patologia e alla disciplina medica, ma organizzato in aree che aggregano i pazienti in base alla maggiore o minore gravità del caso e al conseguente livello di complessità assistenziale. E’ il “modello di assistenza ospedaliera per intensità di cura” – di cui si è parlato oggi a Bologna nel corso del convegno organizzato dalla Regione Emilia-Romagna – un modello che vuole coniugare meglio sicurezza, efficienza, efficacia ed economicità dell’assistenza. L’ospedale “per intensità di cura” supera il concetto di Reparto o di Unità operativa per garantire la più completa integrazione delle diverse competenze professionali necessarie per trattare le patologie di pazienti con uguale livello di bisogno assistenziale. Al medico maggiormente correlato alla patologia chiave del paziente resta in capo la responsabilità di tutto il percorso diagnostico e terapeutico; all’infermiere è affidata la gestione assistenziale per tutto il tempo del ricovero.

La centralità del paziente è dunque l’elemento guida: attorno a lui ruota l’ospedale, si muovono i professionisti invertendo la logica tradizionale per cui era il paziente ad essere allocato secondo un’appartenenza disciplinare.

La sperimentazione

La sperimentazione in Emilia-Romagna è avviata e riguarda 8 Aziende sanitarie che hanno risposto a un bando del Fondo per la modernizzazione (uno dei quattro programmi di ricerca e innovazione del Servizio sanitario regionale), promosso dall’Agenzia sanitaria e sociale regionale. Si tratta di: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Azienda Usl di Bologna, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Azienda Usl di Imola, Azienda Usl di Forlì, Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia e Azienda Usl di Piacenza.La sperimentazione è accompagnata da uno specifico supporto formativo garantito dalla Regione ai referenti di ogni Azienda sanitaria sede di sperimentazione. Questa nuova modalità organizzativa, fortemente basata sul lavoro di gruppo, è stata sperimentata già da alcuni anni in Regioni come la Toscana, la Lombardia e anche la Liguria.