La situazione italiana rimane quasi tragica: se non si fa qualcosa ora, in autunno ci vorrà un’altra manovra. Dal 2008, nonostante una piccola ripresa intermedia, si profila a fine 2013 il -9%. Quando si tornerà ai valori del 2007? Se non si fa qualcosa di serio oggi, ci torneremo nel 2018!

Questo significa ancora un grande aumento della disoccupazione, ancora più grave a livello sociale, perché quando sono colpiti i giovani, almeno hanno quasi sempre una famiglia alle spalle. Ma quando tocca ai cinquantenni, significa davvero mettere sul lastrico delle intere famiglie.

E’ possibile anticipare questo rientro? Sì, è possibile, ma solo se entro maggio/giugno si completeranno tutte le 5 riforme strutturali previste dal Governo Monti: Liberalizzazioni, Mercato del lavoro, Spending Review, Vendita del Patrimonio Pubblico, Alleggerimento fiscale.

La Corte dei Conti dice che nella Spesa Corrente ci sono 60 miliardi di ruberie all’anno, e 160 miliardi di mancate entrate = – 180 miliardi.

Molti sostengono che basterebbe fare una bella Patrimoniale da 500 miliardi, ma dopo chi li fa gli investimenti nel nostro paese.Tutto questo non ce lo possiamo più permettere.

I soldi vanno trovati dentro quegli 820 miliardi di spesa pubblica che significano una cosa sola: questa NON è una DEMOCRAZIA. Noi paghiamo 100 miliardi all’anno solo di interessi sul Debito.

Fare una Politica Economica significa soprattutto NON fare delle riforme a deficit, ma mettere in ORDINE le Spese e le Entrate. La madre di tutte le riforme è la Spending Review, e NON i tagli lineari, i quali sono solo un’operazione aritmetica che evita di fare scelte e quindi NON è Politica.

Dove si trovano quei 60 miliardi di ruberie? Si trovano principalmente nei seguenti 3 Capitoli di spesa:

• Acquisto di beni e servizi

• Contributi alla produzione (alle Imprese)

• Ex Municipalizzate

La prossima settimana 25 Senatori lavoreranno in Commissione a questi 3 punti, come segue.

1.Acquisto di beni e servizi: occorre assolutamente stabilire un budget per ogni voce di spesa. I relativi risparmi andranno in un fondo per ridurre l’IRPEF alle famiglie. Non sono favorevole a ridurre le aliquote fiscali perché ne godono soprattutto quelli che evadono dichiarando di meno. L’Irpef su base familiare significa che pagano di più quelli che hanno meno figli e meno nonni a carico.

2.Basta assolutamente con i sussidi alle Imprese, perché questa voce mangia soldi a pioggia e senza verifica.

I prestiti per gli investimenti li devono fare le banche. Poi noi offriamo delle riduzioni fiscali alle imprese virtuose, cioè sussidi non ante ma post.

3.Si è creata una giungla di 700/800 società degli Enti Pubblici da quando si abolì l’IRI, ma queste non sono altro che altrettante piccole IRI assai più voraci di quella centrale di un tempo: occorre rimettere sotto controllo tutta la situazione.

Ora parliamo di evasione. Come si fa a ridurre l’evasione fiscale? Con i controlli incrociati: fra dichiarazione dei redditi, catasto, conti correnti bancari, PRA (automobili), registro dei natanti, ecc. Non sono favorevole alle spettacolarizzazioni, alla guerra fra Stato e cittadini, sono favorevole al rendere vantaggioso dichiarare piuttosto che evadere. Per cambiare la cultura dell’evasione in Italia ci vuole ad es. per l’IVA il conflitto di interesse, io pago l’IVA se la posso scaricare. ((Ma il Governo ci ha detto di aspettare perché perdere tutta l’IVA ora è un po’ presto per le casse dello Stato!!!))

Adesso voglio fare alcuni esempi sulla spesa pubblica e gli “studi di settore”.

Negli ultimi 5 anni la spesa per la Sanità è aumentata del 50%. Il Molise ha la spesa sanitaria più alta d’Europa. Voi ci credete che siano tutti costi effettivi?? Un posto letto nei nostri ospedali costa 800 euro al giorno.

Poi si calcola che nei nostri cassetti a casa ci siano 5 miliardi di medicine non prese, che poi scadono e vengono buttate, per non dire di tutte le ricette e fustelle false.

Un bambino delle elementari costa allo Stato 5.000 euro l’anno, per arrivare a cifre astronomiche all’Università. Tutte queste materie vanno subito e ragionevolmente revisionate.

Se la Politica non è tempestiva e puntuale nelle riforme, la globalizzazione ammazza le economie statiche.

La politica deve tornare a decidere, sì alla concertazione, ma poi l’Esecutivo deve prendersi la responsabilità di far crescere il Paese, questa “Repubblica fondata sul lavoro” e non sugli sperperi e le ruberie.

(Coordinamento di Futuro e Libertà per l’Italia Modena)