Allarme della Femca-Cisl per l’occupazione nell’indotto ceramico. «Non ci sono solo le situazioni di crisi dei grandi gruppi ceramici – dichiara il segretario provinciale della Femca, Vincenzo Tagliaferri – ma vi è tutta una situazione di sofferenza di aziende della subfornitura che sono da anni in difficoltà economiche e finanziarie. Tali aziende, che lavorano sui pezzi speciali e sulle componenti più artistiche del prodotto ceramico, hanno subito più di altre la crisi, in ragione della loro posizione all’interno della filiera del distretto».

Alla Kerav di Maranello i sindacati hanno affrontato con un contratto di solidarietà i 26 esuberi (su 49 addetti totali) dichiarati dall’azienda. «L’accordo garantisce ai lavoratori una copertura fino alla fine dell’anno – spiega il sindacalista Femca Andrea Sirianni – L’azienda, d’intesa con noi, aveva già utilizzato negli ultimi tre anni tutte le altre forme di ammortizzatori. Questo accordo di solidarietà dà una risposta in termini di tenuta occupazionale e permette di non disperdere il patrimonio professionale di un’azienda storica del comparto. Ora siamo impegnati con la rsu interna a chiedere all’azienda di gestire tale contratto nel modo più equo possibile».

Anche alla Duelle di Fiorano e alla Biviemme di Spezzano le organizzazioni sindacali sono riuscite a firmare contratti di solidarietà che hanno evitato una ventina di licenziamenti. «Si tratta, però, – avverte Massimo Muratori, altro sindacalista dei ceramisti Cisl – di casi purtroppo isolati in una situazione di forte criticità sul piano produttivo, sociale e finanziario. Conosciamo diverse piccole aziende che non ce la fanno più anche a causa delle difficoltà d’accesso al credito e dei pagamenti molto lunghi. Sono numerosi i lavoratori che non hanno ancora ricevuto la tredicesima e le ultime mensilità. In molti casi per le organizzazioni sindacali e per i lavoratori non vi è altra strada che la richiesta di fallimento dell’azienda, pur di recuperare almeno il trattamento di fine rapporto». I lavoratori che possiedono professionalità spendibili sul mercato danno le dimissioni e devono accontentarsi di ricevere le loro spettanze di fine rapporto con una lunga rateizzazione. La Cisl rivela che ci sono imprenditori senza scrupoli i quali, pur di conquistare commesse con prezzi per le lavorazioni particolarmente bassi, risparmiano sui contribuiti previdenziali oppure non pagano la malattia, l’infortunio e la maternità. «Chi fa dumping sulla pelle dei lavoratori deve essere bandito dal mercato – dice Tagliaferri – Bisogna definire codici etici e certificazione di responsabilità sociale per premiare le imprese che, oltre a svolgere le lavorazioni nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e ambientali, versano regolarmente contributi e retribuzioni ai propri dipendenti».

Il sindacato riesce a rispondere alla crisi ricorrendo agli ammortizzatori, a conferma che l’attuale sistema basato sulla cassa integrazione, anche in deroga, e sulla solidarietà è stato molto prezioso in questa fase di crisi. «Eventuali modifiche dovrebbero, pertanto, essere ben ponderate per non lasciare senza copertura migliaia di lavoratori. Cosa c’è, però, oltre il massiccio uso degli ammortizzatori? – si chiede Tagliafferi – Ci preoccupa nel medio termine l’assenza di una sufficiente spinta verso obiettivi di sviluppo e di riqualificazione professionale che permettano di riassorbire i lavoratori che rischiano di perdere il posto in questo comparto. Si tratta, tra l’altro, in buona parte di manodopera femminile e straniera con basse qualifiche e, quindi, – conclude il segretario provinciale della Femca-Cisl – ancora più difficile da ricollocare».