Mercoledì scorso agli uffici modenesi di CNA Fita, l’unione di categoria che segue il settore degli autotrasportatori, è stata recapitata una busta contenete tre proiettili, assieme ad una lettera con esplicite minacce rivolte alla presidente provinciale e nazionale Cinzia Franchini, al responsabile Mirko Valente e più generalmente all’Associazione. Un atto che segue altre minacce, altri episodi come telefonate anonime, manifesti offensivi, avvenuti nelle settimane precedenti.

La denuncia presentata all’Ufficio DIGOS della Questura di Modena da Franchini e Valente, sarà seguita da identico atto che CNA presenterà direttamente nei prossimi giorni.

<Un comportamento doveroso – sottolinea il presidente provinciale Luigi Mai – inteso ad esprimere anche formalmente la solidarietà ai due colleghi direttamente coinvolti in questa vicenda da parte dei 21mila imprenditori associati a CNA e degli 800 addetti che vi lavorano>.

<Ovviamente non conosciamo l’origine di questo episodio sul quale stanno indagando gli uffici competenti, ma quel che è certo è che non sarà questa vicenda – continua Mai – a fermare il nostro impegno sul fronte della tutela delle imprese e della lotta alle infiltrazioni malavitose, attività perseguita con senso di responsabilità in un contesto economico e sociale particolarmente difficile>.

Ci sono imprenditori che vivono a volte con rabbia le posizioni dell’Associazione, imprenditori che vorrebbero un atteggiamento più duro nei confronti delle controparti. Nel caso specifico degli autotrasportatori, uno dei settori (assieme all’edilizia) più colpiti dalla crisi, è noto che Fita si è schierata sia contro la rivolta dei forconi, sia contro il fermo veicoli, nel segno di un dialogo con il governo che ha portato a risultati importanti come la possibilità di richiedere anticipatamente il rimborso delle accise sui carburanti.

Ci sono imprenditori che vivono con angoscia, tanto da arrivare a gesti estremi purtroppo sempre più frequenti, questi momenti di difficoltà, caratterizzati da un mercato di fatto fermo, da crediti non pagati, dalla cecità del sistema bancario, da un’imposizione fiscale oppressiva e che, nonostante tutto ciò, vengono messi all’indice – con tanto di spot – addirittura come “parassiti” della società.

Ci sono imprenditori che cadono nella rete delle infiltrazioni malavitose, sempre più presenti anche sul nostro territorio. E a questo proposito sottolineiamo l’attivazione, proprio da parte di CNA Fita, di una collaborazione con l’Associazione Libera dalle Mafie di Don Ciotti.

Tre aspetti, tre considerazioni, tre stati d’animo, che crediamo abbiano forti relazioni tra di loro e che sono sempre più diffusi tra gli imprenditori, come possiamo quotidianamente constatare dai messaggi, dai colloqui che abbiamo su tutto il territorio.

Nessuno deve sentirsi solo, nessun imprenditore deve sentirsi abbandonato al proprio destino. Cna, assieme a tutte le Associazioni in questo momento diventano anche importanti punti di ascolto. Una funzione che intendiamo ribadire: noi ci siamo. Ci siamo, garantendo il nostro impegno, di concerto con le Forze dell’Ordine, nel contrasto alla malavita organizzata. Ci siamo, nel tentativo di aiutare le imprese nell’affrontare questo difficile momento, con senso di responsabilità. Ci siamo, per dare voce alle preoccupazioni, alle rivendicazioni, alle proteste dei nostri associati, nel solco della protesta democratica e civile, un valore per noi irrinunciabile.

<Vogliamo essere portavoce – ribadisce Mai – della solidarietà nei confronti dei due colleghi, Franchini e Valente, ma anche di tutti coloro – come il giornalista Giovanni Tizian – che per la loro attività, per il loro impegno sono soggetti a questo tipo di minacce>.