Carlo Cocconcelli, medico psichiatra, ci ha lasciato alcuni giorni fa. Ha partecipato da protagonista ad un periodo storico di grande importanza per la psichiatria italiana che alla fine degli anni ’70 ha saputo rinunciare agli Ospedali Psichiatrici e avviare l’esperienza innovativa di un modello psichiatrico di comunità.

Dopo aver iniziato la sua carriera professionale negli Istituti Psichiatrici S. Lazzaro, quando si sono aperti nuovi scenari e si sono avviate nuove pratiche ha scelto di uscire dall’Ospedale Psichiatrico e di lavorare nel Servizio di Diagnosi e Cura, il luogo di cura delle situazioni più acute e clinicamente gravose. Ha diretto il Servizio di Diagnosi e Cura dalla sua apertura, nel 1980, fino al termine della sua esperienza professionale.

Il Dottor Cocconcelli ha messo la sua competenza professionale a disposizione di diverse generazioni di utenti, di familiari e di operatori psichiatrici: ha incontrato nella sua carriera innumerevoli situazioni difficili e complesse che affrontava sempre con la medesima motivazione e con una rara capacità di rileggerle da un differente punto di vista, a volte anche di sdrammatizzarle. Intellettualmente curioso, era appassionato non solo del suo lavoro ma anche e soprattutto dell’incontro con l’altro, veicolo di un sapere e di una conoscenza a cui non è possibile che giungere attraverso il rapporto umano.

Chi lo ha conosciuto non può che ricordarne proprio l’umanità, l’empatia, la capacità di rapportarsi con chiunque, sofferente psichico, famigliare, operatore coetaneo o giovane collega con lo stesso atteggiamento di cordiale e attenta disponibilità.

Gaddomaria Grassi

Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL di Reggio Emilia