Un nuovo sistema di interventi per la popolazione anziana, che consolidi le attività per i non autosufficienti ma allo stesso tempo individui una serie di politiche attive anche per gli over 65 che non necessitano di assistenza. Nel 2012, proclamato dall’U.E. “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni” per promuovere una cultura che valorizzi il contributo degli anziani alla società e favorire un invecchiamento sano, la Regione Emilia-Romagna intende aprire una nuova fase di indirizzo politico in questo settore, ridefinendo gli obiettivi strategici e gli strumenti di programmazione. Ne ha parlato questa mattina in conferenza stampa l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, alla presenza di Gian Carlo Bacchilega di FNP Cisl regionale e Valter Manfredi di Cupla regionale.

La società regionale sta attraversando una fase di notevole invecchiamento demografico. Le persone che hanno oltre 65 anni in Emilia-Romagna sono quasi un milione, su una popolazione complessiva di circa 4 milioni e 400 mila (dati a gennaio 2011) e si deve rispondere alle nuove esigenze per trovare soluzioni sostenibili ed eque per tutte le generazioni interessate dal cambiamento in atto. Questo significa ripensare il modo in cui la nostra società funziona. Gli interventi a livello di politiche pubbliche (urbanistica, sviluppo rurale, trasporti pubblici, accesso alle cure, protezione sociale, occupazione, partecipazione civica, formazione continua e tempo libero) dovranno riconoscere nella longevità un’opportunità per proporre soluzioni innovative.

“I dati ci dicono che siamo una delle Regioni con il più alto tasso di invecchiamento, ma il 22% degli anziani tra i 65 e i 75 anni si sente ancora attivo e in grado di dare il proprio contributo alla società – ha spiegato l’assessore Marzocchi – Noi dobbiamo valorizzare il protagonismo degli anziani, e chiedere loro di trasferire ai giovani la capacità di impegnarsi nel volontariato. E’ una cultura che ha avuto ed ha tuttora una grande importanza in Emilia-Romagna, l’associazionismo, i centri sociali sono una rete fondamentale. La Regione ha salvato le politiche sanitarie per gli anziani e mantenuto il fondo per la non autosufficienza, ma dobbiamo attivare anche la rete sociale valorizzando il ruolo dei cittadini che nella gratuità fanno politiche sociali”.

La Regione intende riconoscere il lavoro svolto in questi anni, e vuole trasformare le buone pratiche in un vero e proprio “sistema”, valorizzato dal ruolo del PAR, il Coordinamento delle politiche per la popolazione anziana, e della Cabina di regia, il luogo di progettazione e concertazione delle politiche sociali e sanitarie. Allo stesso tempo è importante estendere anche al settore sociale l’impianto distrettuale tipico dell’area socio-sanitaria, come modalità organizzativa e gestionale in grado di valorizzare anche gli aspetti di integrazione e collaborazione con le realtà esistenti. Nuovi obiettivi strategici dovranno essere quindi definiti per la realizzazione delle attività, rispetto agli strumenti di programmazione e di coordinamento che la Regione Emilia-Romagna si è data nel corso degli ultimi anni, in particolare per quanto riguarda i collegamenti tra PAR (Piano di Azione Regionale), PSSR (Piano Sociale e Sanitario Regionale) e PRP (Piano Regionale della Prevenzione).

L’assessorato regionale alle Politiche sociali intende promuovere un programma di attività per valorizzare le azioni di interventi per la popolazione anziana. Negli ultimi anni la Regione Emilia-Romagna e il sistema delle Autonomie Locali ha con grande impegno consolidato il sistema regionale per la popolazione anziana non autosufficiente. Ora si vuole portare l’attenzione anche oltre la non autosufficienza, per occuparsi della promozione di politiche attive per i circa 850 mila over 65 che vivono nella nostra regione e che non hanno problemi di assistenza.

Nei prossimi mesi saranno realizzate iniziative in tutte le province per discutere delle politiche per la terza età e delle buone prassi. Il primo di questi incontri, dedicato a “Il protagonismo dell’anziano, appunti per la realizzazione di una società migliore per tutte le età”, si terrà a Bologna il 9 maggio, presso il Centro sociale “A. Montanari” (via Saliceto 3/21 – ore 9,30-13). Sarà inoltre avviata una campagna di comunicazione per informare la popolazione anziana sulle attività che la riguardano, facilitare l’accesso ai servizi e creare nuove forme di scambio e di comunicazione tra anziani e giovani e le istituzioni. Altri appuntamenti in cui sarà impegnata la Regione saranno il 16 maggio in un seminario all’interno di Expo Sanità, a Bologna, e le giornate del Caregiver che si terranno il 25 e 26 maggio a Carpi (biblioteca Loria).

GLI ANZIANI IN EMILIA-ROMAGNA

Aspetti demografici

Gli anziani residenti in Emilia-Romagna al 1° gennaio 2011 sono oltre 986 mila, pari al 22,3% del totale della popolazione regionale. Gli ultrasettantacinquenni sono circa 517 mila (11,7% della popolazione complessiva) e le persone che hanno superato gli ottant’anni risultano 314.652 (7,1%). La componente femminile risulta prevalente e costituisce il 57,6% dei residenti di 65 anni e oltre e sale al 65% tra i grandi anziani (80 anni e oltre) con conseguenze destinate a ripercuotersi sulla definizione delle politiche regionali rivolte agli anziani.

Nell’ultimo decennio l’incidenza della popolazione anziana è inizialmente aumentata, passando dal 22,2% del 2001 al 22,8 del 2007, anno in cui il trend si è invertito, fino a giungere all’attuale 22,3. Negli ultimi anni i ritmi di crescita della popolazione anziana sono risultati inferiori a quelli della popolazione giovanile, se questa tendenza dovesse continuare si giungerebbe ad una sostanziale stabilità del peso degli anziani.

Le previsioni demografiche indicano nel periodo 2010-2030 una crescita complessiva della popolazione anziana (65 e oltre) che potrebbe superare il 20%. In particolare, l’incremento sarà concentrato sui grandi anziani che aumenteranno di circa il 29%: fra 20 anni, circa un terzo degli anziani residenti in regione avrà più di 80 anni.

L’entità di tale aumento sarà molto differenziata all’interno del territorio poiché, in funzione del naturale ricambio generazionale, i territori caratterizzati oggi da un elevato grado di invecchiamento tenderanno a ringiovanire e la crescita della quota di anziani sarà invece maggiore nei territori che si caratterizzano oggi per strutture più giovani.

Negli ultimi anni, tuttavia, va segnalata una ripresa della natalità in regione che, accompagnata da una consistente dinamica del saldo migratorio interno ed estero, ha invertito la tendenza dell’indice di vecchiaia (numero di persone di età superiore ai 64 anni su 100 persone di età inferiore a 15 anni). L’indice diminuisce per effetto degli incrementi che hanno caratterizzato la popolazione in età giovanile, più marcati rispetto agli aumenti della popolazione in età senile. Il valore dell’indice passa da 196,8 anziani su 100 giovani nel 1999 a circa 167 anziani su 100 giovani nel 2011.

Da una comparazione tra i valori dei principali indicatori demografici calcolati per l’Emilia-Romagna, per l’Italia e per l’Europa, risulta che la nostra si configura come una regione complessivamente anziana, con indice di vecchiaia e percentuale di persone con 65 anni e più, superiori sia al dato nazionale sia a quello europeo, anche se il trend mostra una tendenza al ringiovanimento.

L’Indice di vecchiaia è di circa 56 punti più alto rispetto a quello europeo e 23 in più rispetto alla media italiana.

A livello territoriale, si rileva una grande variabilità dell’indice di vecchiaia, sia tra i confini provinciali sia trasversalmente ad essi. Classificando i Comuni in base alla zona altimetrica, nel passaggio dalla zona montana alla pianura, l’indice di vecchiaia passa da 240,5 a 161,2 con un valore intermedio di 172,9 per la zona collinare.

L’indice di dipendenza (55,2) risulta più alto della media italiana e di quella europea. Per indice di dipendenza si intende il rapporto, in percentuale, tra il numero di persone con età superiore ai 64 anni più il numero di persone con età 0-14 e il numero di persone con età 15-64. Il valore elevato è il risultato di dinamiche differenziate nelle componenti dell’indice: da un lato l’aumento della popolazione anziana e giovanile e dall’altro una contrazione della popolazione in età lavorativa (15-64 anni), che nel 1999 costituiva circa il 67% della popolazione residente e nel 2011 il 64,4%.

La conoscenza della condizione demografica e della sua evoluzione è un dato necessario per la lettura delle dinamiche sociali; le politiche della Regione non possono prescindere da questa dimensione che è al contempo spaziale e temporale.

Fonte: RER – Rilevazione sulla popolazione – Servizio controllo strategico e statistica

La Regione ha inoltre realizzato una pagina internet dedicata agli anziani http://sociale.regione.emilia-romagna.it/anziani dove si potranno trovare tutte le politiche e tutte le iniziative dedicate nel corso dell’anno europeo.