E’ stupefacente che un pezzo della cultura italiana si mobiliti sulle tante falsità, spacciate per verità, da parte del Comitato che contesta il progetto di riqualificazione dei Civici Musei di Reggio Emilia.

C’è da chiedersi come intellettuali di rilievo e lunga esperienza, quali quelli citati dal Comitato, abbiano potuto aderire a un documento contenente tante ed evidenti falsità. C’è da chiedersi se professori e intellettuali abbiano visitato i Musei civici di Reggio Emilia nell’ultimo decennio, prendendo atto de visu delle potenzialità, oltre che del pregio, delle collezioni museali reggiane e, soprattutto, se abbiano visto e approfondito direttamente i contenuti del progetto dell’architetto Italo Rota.

Ma veniamo alle falsità su cui si basa l’appello del comitato.

In primis sui costi. La realizzazione del progetto ha un costo preventivato non di 8,3 milioni, come il Comitato va sostenendo da tempo, bensì di 4,350 milioni di euro, in quanto è sempre stata prevista la sola fattibilità del primo stralcio. Il comitato è stato sempre puntualmente smentito. La riqualificazione, inoltre, non è attualmente in cantiere a causa dei limiti del patto di stabilità.

Le collezioni. Ribadiamo in modo netto, ancora una volta, che le collezioni dei Musei civici reggiani – a partire dalle preziose collezioni scientifiche di Lazzaro Spallanzani (risalente al 1799) e Gaetano Chierici (metà Ottocento) – restano intatte e non sono coinvolte dal progetto di riallestimento.

Tale progetto, infatti, riguarda soltanto una parte del palazzo San Francesco, sede dei Musei: spazi vuoti e chiusi, già coinvolti in un cantiere avviato da una precedente amministrazione comunale prima del 2004, i cui lavori furono interrotti per ragioni non riconducibili all’attuale Amministrazione.

Sovrintendenze. Il progetto ha ottenuto i pareri positivi di tutte le Sovrintendenze competenti.

Il principale obiettivo del progetto di riqualificazione è di rendere i Musei civici più attrattivi e avvicinabili da tutti i cittadini, renderli veramente aperti all’interesse di tutte le persone di ogni età, non lasciandoli al beneficio della sensibilità e della competenza di pochi.

Si dice tanto della casta dei politici, ma si dice troppo poco della casta degli intellettuali. In questo caso, l’impressione è che la conservazione a qualsiasi costo assurga a rango di nuova forma di trascendenza, sul cui altare ogni proposta di innovazione viene sacrificata.

Riguardo al confronto, inevitabili altre smentite.

Abbiamo incontrato il Comitato l’ultima volta il 27 aprile scorso, abbiamo illustrato il progetto architettonico e museologico. Un altro incontro è previsto il 19 maggio aperto a tutta la cittadinanza con lo stesso architetto Rota. E un ulteriore incontro è in programma per fine maggio, con la costituzione di un Tavolo dedicato al tema, per un confronto ancor più approfondito e diretto sul progetto.

Dunque, non è affatto vero che non vi sia volontà di dialogo. E’ vero il contrario: vi è volontà di confronto, su idee diverse, purché sia su dati e realtà veri.

Se si vuole invece, strumentalmente, cercare un dialogo su falsità, allora il confronto con il Comitato si interrompe immediatamente. Salvo proseguire con tutta la città.

(Giovanni Catellani, Assessore a Cultura e Università – Uberto Spadoni, Assessore ai Progetti speciali)