Il segretario Pd di Castelfranco Emilia Andrea Casagrande e il coordinatore di zona Pd Christian Mattioli Bertacchini si appellano alla Regione affinché aiuti gli Enti Locali a sorvegliare sulla ricostruzione per impedire infiltrazioni mafiose o di cricche affaristiche. Ecco la loro dichiarazione congiunta:
«Il terremoto che ha colpito i nostri Comuni non ha solo ferito i nostri luoghi ma anche il nostro spirito; feriti ma non piegati e con la forza e l’orgoglio che ci caratterizza già pronti per ripartire. Tuttavia è ben presente nella nostra memoria quanto accaduto nelle catastrofi precedenti: cricche irridenti alla tragedia e gruppi mafiosi che si organizzano su come accaparrarsi gli appalti con modi al limite della legalità. Pericolo d’infiltrazioni – denunciato ieri anche dal Procuratore di Modena Dott. Vito Zincani – che non riguarda solo gli appalti pubblici ma anche, e soprattutto, le committenze private, come dimostrato dalle recenti indagini della magistratura.
Ci appelliamo, pertanto, alla Regione affinché aiuti gli Enti Locali a sorvegliare sulla ricostruzione per impedire infiltrazioni mafiose o di cricche affaristiche, lanciando il messaggio chiaro che l’Emilia non è terra di conquista e dissuadere chi, invece, goloso, pensi il contrario. A tal fine si avanzano le seguenti proposte:
1) attivare, presso la Regione e con il supporto dell’ Osservatorio Appalti un gruppo di lavoro che definisca regole ancora più stringenti per la valutazione delle aziende cui verranno affidati gli appalti gestiti dal pubblico;
2) supportare i privati nella scelta delle imprese cui affidare i lavori di ricostruzione finanziati con contributi derivanti dal sistema bancario e/o dal pubblico. A questo fine proponiamo che a livello regionale e, se possibile, interregionale venga attivato immediatamente un tavolo che definisca un Accordo Quadro tra associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali, associazioni della proprietà edilizia, Enti locali, sistema bancario, finalizzato a:
a. creare un registro delle imprese del mondo edile che si impegnano ad offrire il loro lavoro per la ricostruzione, previa la verifica di requisiti indispensabili per garantire che hanno operato negli ultimi tre anni in un regime di piena legalità;
b. pubblicizzare e fornire (tramite le associazioni d’impresa, gli Enti Locali e tutti i soggetti organizzati), questo elenco di imprese ai privati (siano essi proprietari di abitazioni, che di immobili destinati alla produzione o al commercio) invitandoli a non definire contratti con altri che non forniscano analoghe garanzie di operare nella legalità;
c. organizzare, in un unico punto di raccolta dati, un sistema di controllo informatizzato di tutte la Dia (Dichiarazioni di inizio attività) rilasciate dai Comuni che permetta di eseguire controlli finalizzati alla verifica della sussistenza dei requisiti da parte delle aziende cui sono affidati i lavori, agendo di conseguenza nei casi in cui si intravvedano elementi non coerenti.
Queste sono solo alcune delle proposte, del tutto perfettibili, che si avanzano nella consapevolezza della difficoltà di realizzarle, ma nella certezza che questo è l’unico modo per ricostruire nella legalità».

