Il dossier presentato dai sindacati Cimo-Snami “alimenta una polemica della quale, in questo momento così drammatico, avremmo fatto volentieri a meno. Non è l’ora di creare allarmi, bensì di continuare a lavorare per far fronte alle esigenze di una comunità duramente colpita dal terremoto”. Emilio Sabattini e Giorgio Pighi, co-presidenti della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena (Ctss), replicano al dossier sulla sicurezza sismica del Policlinico osservando che “in un momento simile, ogni medico dovrebbe essere impegnato al massimo a sostegno della popolazione, e non in sterili polemiche. Ci preme piuttosto sottolineare – aggiungono i due presidenti – il ruolo che il personale medico e sanitario ha avuto in questa emergenza. A loro va tutta la nostra stima e il nostro apprezzamento: in poche ore sono stati evacuati tre ospedali e diverse case protette, è stata rimodulata l’attività del Policlinico e nel frattempo è stata allestita nella zona colpita dal sisma una rete di servizi di emergenza di grande qualità ed efficienza”.

Per quanto riguarda il Policlinico di Modena, i presidenti della Ctss precisano che “a partire dal 29 maggio la direzione ha realizzato una serie di spostamenti di attività per garantire condizioni di maggiore tranquillità ai pazienti e agli operatori e per ridurre al minimo il possibile impatto di eventuali scosse sismiche. Questo partendo da un dato certo: l’agibilità di tutta la struttura è stata confermata non solo dai tecnici dell’Azienda, ma dai vari soggetti, vigili del fuoco compresi, che li hanno supportati nei numerosi sopralluoghi effettuati a partire dal 20 maggio”.

In particolare sono stati liberati i piani alti di tutti i corpi di fabbrica, tenuto conto del permanere dello sciame sismico e della reazione delle persone presenti; le attività di degenza sono state concentrate ai piani fino al 5° dei corpi di fabbrica già collaudati o di nuova costruzione, e per una parte minima in corpi non arrivati al collaudo, ma con le fondazioni consolidate. Ciò ha portato a una riduzione di circa 200 posti letto, che si è tentato di compensare al meglio rispetto alle necessità di garantire un’adeguata risposta alle necessità della popolazione.

La situazione edilizia complessiva del Policlinico – spiegano Sabattini e Pighi – “ha un elevato grado di disomogeneità legato al fatto che i corpi di fabbrica storici presentano una qualità originaria non ottimale e sono pertanto stati interessati negli ultimi 16 anni da importanti interventi di consolidamento e ristrutturazione, secondo un piano non ancora terminato per tutti i corpi di fabbrica. Tale situazione, che non rappresenta in sè un pericolo come testimoniato dal fatto che non è stata aggravata dagli eventi sismici recenti, i quali non hanno determinato danni strutturali, fa sì – spiegano Sabattini e Pighi – che si renda necessaria da un lato una azione di ricollocazione delle attività, dall’altro una rivalutazione complessiva degli edifici e della collocazione delle attività ospedaliere. Questa rivalutazione è stata avviata dalla Regione”.

“Il piano dei consolidamenti ha proceduto con una velocità ridotta prima di tutto per la necessità di fare interventi edilizi importanti a ospedale funzionante, ma anche per la disponibilità finanziaria. Ma il processo, se validato dalla Regione, dovrà procedere con maggiore velocità, anche approfittando della disponibilità di spazi. Va detto però – concludono i presidenti della Ctss – che, viste le limitazioni citate, ben difficilmente il piano dei consolidamenti sarebbe potuto giungere a completamento e, vista la collocazione diffusa a quasi tutti i corpi di fabbrica delle attività di degenza prima degli eventi sismici, un trasferimento importante di queste attività sarebbe stato comunque necessario”.