La Casa di lavoro di Saliceta San Giuliano (Mo) è stata evacuata per ragioni di sicurezza, dichiarata inagibile dai vigili del fuoco in seguito alle attività sismiche dei giorni scorsi. 65 le persone detenute trasferite, 30 alla Casa di reclusione di Parma e le altre 35 al carcere di Padova. “Nelle case lavoro, quattro su tutto il territorio italiano- ricorda la Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, Desi Bruno- sono internate le persone che pur avendo scontato la pena detentiva per intero hanno avuto un ulteriore misura di sicurezza, applicata dal magistrato, perché considerate socialmente pericolose. Misure di sicurezza che hanno come obbligo il lavoro per arrivare al reinserimento sociale, ma nella realtà mancano i progetti, motivo per cui la misura può essere prorogata fino a che il giudice di sorveglianza non ritenga cessata la pericolosità sociale. Poiché nella realtà le finalità delle misure di sicurezza detentive non si raggiungono, non assicurando né il lavoro, né il reinserimento sociale, questa- sottolinea Desi Bruno- sarebbe l’occasione da cogliere per chiudere definitivamente la Casa lavoro di Saliceta San Giuliano, destinando le risorse dedicate a reali progetti di reinserimento per le persone internate”.

La “chiusura definitiva di Saliceta rappresenterebbe un passo in avanti verso l’abolizione delle misure di sicurezza detentive e alleggerirebbe l’impegno del territorio modenese dell’Ufficio esecuzione penale esterna gravato dalla difficoltà di tentare un difficilissimo inserimento di persone raramente residenti sul territorio. In ogni caso- prosegue la Garante-, da subito è necessario che le persone internate trasferite vengano collocate in istituti penitenziari che tengano conto del principio di territorialità, a questo punto applicabile anche alle misure di sicurezza detentive, avvicinando gli internati ai luoghi di provenienza, di residenza e dove hanno legami familiari, favorendo in questo modo un effettivo reinserimento sociale”. A ciò “si aggiunge che la presenza di decine di internati presso la Casa di reclusione di Parma andrà ad aggravare il carico di lavoro della Magistratura di sorveglianza competente per territorio”.