La delibera di Giunta n° 120 del 28 Ottobre 2011 (pubblicata però il 29 febbraio 2012) inerente la risistemazione ed il riordino del deposito del Museo dell’agricoltura e del mondo rurale delibera, tra le altre cose, di “ (…) eliminare, bruciando e recuperando successivamente il ferro da conferire all’isola ecologica (…)” pezzi del museo in quel momento presenti all’interno del deposito comunale “e di cedere in uso all’Associazione Turistica Pro Loco di San Martino In Rio alcuni reperti scartati (…)”.

In parole povere, la Giunta ha deciso di scartare pezzi del museo dell’agricoltura in parte cedendoli alla Pro Loco, ed in parte bruciandoli.

A questo proposito, vorremmo sapere per quale motivo il Comune ha bruciato pezzi appartenenti al museo o li ha ceduti in uso alla Pro Loco, quando invece il Regolamento Comunale per la disciplina delle alienazioni dei beni di proprietà comunale (modificato solo in seguito, nel Consiglio Comunale del 29 marzo 2012 e con nostro voto contrario) all’Art.2 comma 2 recitava che: “ le alienazioni sono effettuate con asta pubblica da esperirsi mediante offerte segrete in aumento rispetto al prezzo a base d’asta posto dall’Amministrazione, secondo le modalità specificate nell’avviso d’asta approvato dal Responsabile del Servizio”.

A nostro avviso il comportamento tenuto dall’Amministrazione in questo caso non ha cercato di valorizzare al massimo i beni che sono stati alienati (bruciati!). Si sarebbe potuto effettuare un’asta pubblica per cercare di ricavare una somma che, per quanto minima, avrebbe portato un guadagno all’Amministrazione comunale.

Non comprendiamo tutto il lagnarsi per la mancanza di fondi quando poi si brucia materiale di proprietà comunale senza neanche provare a ricavare qualcosa della sua alienazione. E, se anche nessuno fosse stato disposto a pagare una qualsiasi somma per averli, perché bruciarli? Non si poteva semplicemente smaltirli come rifiuti?

Sarà forse l’ennesimo esempio di comunicazione che si può migliorare?

(MoVimento 5 Stelle San Martino in Rio)