“Provincia Emilia e’ una visione sul futuro e non una difesa o una manutenzione dell’esistente”. A dichiararlo sono le parlamentari Carmen Motta, Leana Pignedoli e Albertina Soliani dal primo minuto sostenitrici dell’idea Emilia.

“Come hanno dichiarato nei giorni scorsi la presidente della provincia di Reggio Emilia Sonia Masini e il sindaco Graziano Del Rio la provincia Emilia è necessaria per farsi trovare pronti alle sfide della globalizzazione e per essere competitivi sul piano economico europeo ed internazionale.

“Le province di Piacenza, Parma, Reggio e Modena producono insieme il 4 per cento del Pil nazionale e il 7 per cento dell’export complessivo del Paese – proseguono le parlamentari emiliane – una nuova realtà amministrativa che le veda insieme in un’unica strategia di sviluppo permetterebbe di attivare sinergie tra pubblico e privato che darebbero a questa preziosa area territoriale ‘una potenzialita’ del tutto inedita”.

“Attività economiche, culturali, innovazioni produttive che già oggi competono a livello internazionale, sono percepiti non come singolo territorio provinciale, ma come un’area d’Europa: l’Emilia sinonimo d’eccellenza”.

“Il brand Emilia, infatti, come ha giustamente detto la presidente Masini, e’ riconosciuto non solo in Italia, ma nel mondo. E nella medesima direzione va l’idea che sta sostenendo, dall’inizio, l’onorevole piacentina Paola De Micheli , Emilia, provincia del gusto.

Dire Provincia Emilia, oggi, significa parlare di un concetto nuovo di istituzione. Uno strumento “attivo” per le realta’ economiche e sociali e non solo struttura amministrativa in una ottica puramente burocratica. E’ piuttosto l’idea che energia pubblica e privata si coordinano su corrispondenti ambiti territoriali, che identita’ e funzionalita’ stanno insieme. L’una a valorizzare e servire l’altra.

La distintivita’ territoriale, non come sentimento nostalgico ma come “fattore competitivo ” importante nella fase post industriale, nel tempo della comunicazione e dell’immateriale, del rischio all’omologazione verso il basso”.

“Pensiamo – sottolineano Motta, Pignedoli e Soliani – a settori come l’agroalimentare, la cultura , il manifatturiero di alta qualità. L’efficienza e le competenze, pubbliche e private, che questa parte di regione stanno portando avanti da tempo non potrebbero che uscire rafforzate da questa unione”.

“Strutture comuni significherebbero non solo razionalizzazione dei costi ma, soprattutto, progettualita’ piu’ alte, capacita’ competitive rafforzate di interi distretti oggi messi in forte difficoltà dalla crisi economica. E’ arrivato il momento di fare scelte coraggiose per il futuro dell’Emilia.

L’idea di un territorio unito non solo da reti viarie o di trasporti, ma, soprattutto, da progetti di “area vasta “che presuppongono, integrazioni tra settori, scenari e infrastrutture digitali, servizi ripensati, strumenti nuovi.

Le democratiche, che hanno lavorato al Senato e alla Camera per modificare e accrescere nell’iter di riordino delle province il protagonismo delle realta’ locali, concludono “ci auguriamo che il dibattito in corso sia coraggioso e ispirato ad una visione europea aperta e proiettata verso nuove dinamiche. Il percorso è certamente complesso, richiede un progetto dettagliato, una generosità delle singole realtà che superano la dimensione locale. La Romagna, altra forte identita’ territoriale sta ragionando in questa ottica”.