Ieri pomeriggio una pattuglia in borghese in transito in via Cafiero controllava una Fiat “panda” con due uomini a bordo.

Alla vista dei poliziotti l’uomo seduto lato passeggero gettava in maniera furtiva sulle pedane dell’auto una carta di credito.

L’uomo alla guida, molto nervoso, era sprovvisto di patente e di qualsivoglia documento, mentre il passeggero mostrava una carta d’identità rilasciata dal Comune di Reggio Emilia che lasciava molti dubbi sulla sua genuinità.

I due venivano così condotti in Questura dove se ne  scopriva la vera identità e la falsità, compreso il nominativo, della carta d’identità esibita.

La carta di credito che il passeggero aveva cercato di celare nell’abitacolo risultava anch’essa contraffatta, oltretutto il tipico numero verde indicato risultava appartenere ad una ditta commerciale che nulla c’entrava con le carte di credito.

I due sostenevano di essere alloggiati in un albergo, ma era falso.

Nella macchina venivano trovati dei documenti riconducibili ad un abitante della zona  di via Kennedy in città, per cui una pattuglia di Agenti, portandosi dietro delle chiavi trovate addosso al guidatore, si presentava all’indirizzo finalmente indicato dai due, ma in quel civico dei medesimi non vi era traccia alcuna.

Gli investigatori, certi che la località fosse esatta, cominciavano a provare le chiavi nelle abitazioni vicine fino a trovare quella giusta, dove incrociavano un uomo che stava uscendo di casa e che  negava la conoscenza dei fermati e sosteneva di avere perso le chiavi di casa, ma la seconda chiave apriva proprio il suo appartamento e la conseguente perquisizione portava al rinvenimento di una mole di elementi probatori a testimonianza della sussistenza del domicilio dei due fermati in quel luogo.

In ragione di ciò il titolare dell’abitazione ammetteva di ospitare quei due da circa una settimana.

All’interno della casa c’erano inequivocabili elementi probatori relativi alla fabbricazione di documenti falsi : lettori di carte di credito portatili, tessere con microchips in bianco per la creazione di carte di credito, tessere con microchips per clonare schede telefoniche, materiale per la costruzione di carte di credito, carta e strumenti per falsificare banconote, una fotocopiatrice, vernici spray trasparenti, una risma di carta lucida, c’era pure un unico blocco di foto tessera dalla quale mancava solo quella apposta sul documento falso esibito dal passeggero al momento del controllo stradale e a carico dello stesso personaggio veniva rinvenuta anche una patente falsa,  richieste di codici fiscali sempre con nomi falsi altre foto tessera e 5 telefoni cellulari di ultima generazione acquistati fraudolentemente.

Per questi motivi, uniti ai precedenti di polizia rilevati a carico, M.G. 36 anni e M.F.G. 31 anni, entrambi catanesi, venivano arrestati.

La posizione dell’uomo che dava ospitalità è al vaglio degli investigatori.