Con l’operazione “dalle tende agli hotel” si rischiano di sperperare milioni di euro inutilmente e, per giunta, sottraendoli ai fondi per la ricostruzione. È questa la denuncia di Elisabetta Aldrovandi ed Antonio Platis, capogruppo rispettivamente di Medolla e Mirandola.
Premesso che il Sindaco Maino Benatti, pochi giorni fa, ai cittadini imbufaliti della tendopoli ha detto che in un mese arriveranno i moduli abitativi, mentre, proprio ieri, la Protezione Civile ha annunciato che ne serviranno tre, l’opposizione si interroga sui costi di questa operazione.
L’operazione “dalle tende agli hotel” costerà ben 15 milioni di euro.
Non è chiaro però se i tempi di permanenza negli hotel slitteranno, come anticipato dal capo della protezione civile Gabrielli da uno a tre mesi, quale astronomica cifra si possa raggiungere.
A questo importo vanno poi aggiunti i costi dei moduli prefabbricati, dell’urbanizzazione delle aree, ecc.
Una buona “razdora” sa che le case a Mirandola costano circa 1-1.200 euro al metro e quindi se si destinassero i soldi dei soli ‘alberghi’ all’acquisto di appartamenti si potrebbero avere oltre 200 appartamenti mediamente di 60 metri.
Invece che cogliere l’occasione del terremoto per dare impulso all’edilizia pubblica, si sono studiate soluzione tampone che costano una follia e drenano risorse ai già miseri fondi per la ricostruzione.
È oramai un ricordo sbiadito quello del Commissario che tuonava: nessun prefabbricato, utilizzeremo le case sfitte. Se necessario le requisiremo! Così come quando si diceva, ottimisticamente, che le tendopoli sarebbero state chiuse a luglio. Mentre il sindaco mirandolese denunciava alla stampa che non era possibile tollerare chi ha portato alle stelle gli affitti, il primo cittadino di Finale trovava una casa per ogni sfollato delle tendopoli.
Oggi Mirandola dovrà costruire 300 casette in 5 punti della città ed i campi chiuderanno a giorni. A Finale invece chiudono le tendopoli e tutti avranno un tetto, per giunta vero e non prefabbricato.
Ci chiediamo, e chiediamo alle singole amministrazioni, di riferire quali costi economici aggiuntivi comporterà questo grave errore di valutazione a carico di noi cittadini, dato che, se la soluzione dei moduli abitativi fosse stata adottata a luglio, anziché a fine settembre, a oggi tutti, e sottolineiamo tutti, avrebbero avuto una degna sistemazione, peraltro nell’ambito dello stesso Comune di residenza.
Proprio questa è una delle ragioni di contestazione che più frequentemente viene sollevata dagli sfollati nei confronti dei Sindaci ovvero la notevole distanza tra il luogo di residenza e l’albergo di destinazione, con conseguenti gravi disagi, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di non avere perso il posto di lavoro e ha figli da mandare a scuola.
(Elisabetta Aldrovandi, capogruppo PDL Medolla – Antonio Platis, capogruppo PDL Mirandola)

