I dati sulle elezioni siciliane parlano chiaro: le formazioni tradizionali raccolgono tutte insieme meno del 30% dei consensi reali. I cittadini, è palese, pretendono un forte rinnovamento della classe politica.

Gli italiani non accettano che i loro rappresentanti vengano scelti dall’alto, chiedono più potere decisionale, anche attraverso le primarie di partito, a tutti i livelli: per scegliere il candidato delle Pdl alla carica di premier, ma anche per scegliere una quota dei candidati per le liste elettorali, per le politiche e per le amministrative.

Se la legge elettorale, come temo, rimarrà quella attuale e a scegliere i candidati continueranno ad essere i partiti, almeno, nel Pdl, le decisioni siano prese dagli elettori e non da circoli ristretti e di vertice. Gli insuccessi del centro-destra sono giunti quando la linea politica è diventata autoreferenziale e decisa esclusivamente dall’alto, senza nemmeno fingere di consultare la base.

Non si dimentichi mai che il Pdl è, prima di tutto, un popolo di uomini e donne liberi che intendono partecipare, da protagonisti, alla vita politica italiana. Le primarie per il Pdl rappresentano un bagno di democrazia interna necessario e salutare e quindi vanno accolte con favore e senza riserve.

Le primarie del Pdl non devono però trasformarsi in scontri personalistici, ma essere una reale occasione per aggregare l’elettorato di centro-destra e coinvolgerlo in modo nuovo e vero. Il nostro elettorato, a differenza di quello di sinistra, ha bisogno di sentirsi protagonista, partecipe autentico dell’evento e anche giocatore se lo desidera. La nostra gente vuole essere chiamata a partecipare in modo diretto e concreto al processo di rinnovamento del partito.

Primarie quindi non solo per la scelta del candidato premier del Pdl, ma anche per la scelta di una quota di candidati del partito alle cariche istituzionali ed amministrative. Così le primarie sarebbero sicuramente partecipate ed i grado di mobilitare il grande popolo dei moderati che diversamente se ne starebbe a casa. Il nuovo Pdl deve trovare il coraggio di aprirsi a candidati che ci mettono la faccia, non deve avere paura di confrontarsi con il consenso popolare, non deve perdere di vista i veri interessi del Paese per l’affermazione dei principi di libertà e di progresso sociale; principi che rappresentano l’architrave portante del pensiero liberale.

(Fabio Filippi)