Giornalisti, come Stefano Liberti e Gabriele del Grande, che hanno seguito le rotte dei migranti per raccontare il dramma e le verità nascoste, ma anche i progetti di accoglienza avviati dal Comune di Modena e le testimonianze dei diretti interessati. Sono alcuni degli ingredienti della conferenza di apertura del Corso per volontari della Cooperazione internazionale.

L’appuntamento, dedicato al tema “Percorsi migratori: dai Paesi di origine alla cooperazione con le comunità migranti”, è per venerdì 16 novembre alle 16.30 nella sala del Consiglio comunale del Palazzo municipale (piazza Grande) e segna l’inizio della settima edizione del Corso organizzato da Comune, Università degli Studi e Fondazione cassa di risparmio di Modena in collaborazione con la Provincia, Overseas, Cuscos e il patrocinio della Regione. L’iniziativa è aperta al pubblico.

In apertura i saluti degli assessori comunali alla Cooperazione internazionale Fabio Poggi e alle Politiche sociali Francesca Maletti, del vicepresidente della Fondazione Crmo Massimo Giusti e del direttore del master in Cooperazione internazionale Claudio Baraldi. Alle 17 sono previsti gli interventi del giornalista Stefano Liberti (autore di “Land grabbing. Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo”, “A sud di Lampedusa. Cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti” e, assieme ad Andrea Segre, “Mare chiuso”), dello scrittore Gabriele del Grande fondatore dell’osservatorio sulle vittime dell’emigrazione Fortress Europe (autore di “Mamadou va a morire. La strage dei clandestini nel Mediterraneo”, “Roma senza fissa dimora”, “Il Mare di Mezzo”) e di Tana Anglana dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni.

Durante la giornata saranno consegnati gli attestati ai 35 corsisti della scorsa edizione e sarà anche possibile visitare la mostra “Sguardi da tanti sud”, realizzata con le foto scattate durante gli stage all’estero dei corsisti nell’ambito dei progetti di solidarietà e cooperazione di associazioni e Ong modenesi.

Dopo l’aperitivo a base di prodotti equo-solidali e provenienti dalle zone della Bassa colpite dal terremoto, alle 20.30 prenderà il via la presentazione dei progetti di accoglienza ai richiedenti asilo e rifugiati a cura dell’assessorato alle Politiche sociali del Comune. Sarà inoltre proiettato il documentario “In questa Terra” realizzato dall’associazione Voice Off, in collaborazione con l’assessorato e Amnesty International Modena, nell’ambito del laboratorio video con i richiedenti asilo, mentre il dibattito finale sarà arricchito dalle testimonianze dirette dei migranti.

Per informazioni: ufficio Cooperazione e Solidarietà internazionale del Comune di Modena tel. 059 2033779 (www.comune.modena.it/modenacooperazione).

LAUREATA, 25ENNE, IN MISSIONE DI PACE

In aumento le domande per partecipare al corso per volontari della Cooperazione internazionale. Dei 35 ammessi la maggior parte sono donne con esperienze all’estero

Diventare operatori di pace nel mondo come volontari o trovare nella Cooperazione internazionale la possibilità di uno sbocco professionale è un’ambizione forse più diffusa di quanto non si pensi anche tra i modenesi, giovani e non solo. Sono state ben 108 le domande giunte all’Ufficio Cooperazione internazionale del Comune di Modena per candidarsi a partecipare alla settima edizione del corso per Volontari organizzato dal Comune in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e l’Università di Modena e Reggio Emilia.

“L’alto numero di richieste che registriamo ogni anno, per di più in aumento – afferma l’assessore comunale alla Cooperazione internazionale Fabio Poggi – oltre a confermare la qualità dell’offerta formativa del corso, rappresenta la punta di un iceberg in grado di muovere migliaia di modenesi che con il loro impegno volontario contribuiscono ad arricchire e a rendere più solidale il tessuto sociale della città. E, come dimostra l’iniziativa di venerdì sera, sono soprattutto i giovani che ci aiutano a fare della Cooperazione internazionale un’azione a 360 gradi: dai progetti di solidarietà nei Paesi d’intervento all’accoglienza e all’integrazione dei migranti, fino all’intercultura”, conclude l’assessore.

Come per le passate edizioni del Corso, i posti disponibili erano in totale 35, di cui massimo 10 riservati a studenti universitari per l’acquisizione dei crediti formativi. Furono 96 le richieste per la scorsa edizione; delle 108 giunte quest’anno, 95 provenivano da non universitari. Tra questi sono stati selezionati e ammessi otto uomini e 18 donne, oltre a nove universitarie (sei della Facoltà di Lettere e filosofia, una di Scienze della formazione e due di Economia).

Complessivamente, quindi, gli ammessi sono 27 donne e otto uomini con un’età media di 25 anni. La corsista più grande è Silvia, 51 anni, una laurea in Biologia e diverse esperienze di volontariato a Modena e in Burkina Faso. Il più giovane è Marco, vent’anni, maturità classica, studente in Giurisprudenza, con alle spalle una recente esperienza di volontariato in Kenya. I 26 non universitari, a parte un diplomato in Ragioneria, sono tutti laureati o laureandi, la maggior parte in facoltà umanistiche, ma fra loro vi sono anche un medico, un ingegnere e due laureate in Ostetricia. Molti di loro hanno già fatto esperienze nell’ambito del volontariato e della cooperazione internazionale; quasi tutti sono alla ricerca di un lavoro stabile.