Un ricchissimo archivio formato da quasi 400 tra buste, cartelle e tubi portadisegni, donato dalla famiglia alla biblioteca Poletti, documenta l’opera dell’architetto Franca Stagi, scomparsa nel dicembre 2008. A quattro anni dalla morte, la biblioteca rende visibile al pubblico modenese una prima selezione del materiale, che sarà esposto fino al 30 marzo con il titolo “Il progetto continuo: i restauri di Franca Stagi per Modena”. L’iniziativa verrà presentata martedì 11 dicembre alle 18 alla sala Ex oratorio del Palazzo dei Musei (largo Porta Sant’Agostino 337), alla presenza di Gabriele Giacobazzi, assessore alla Programmazione, gestione del territorio e infrastrutture del Comune di Modena e degli architetti Matteo Agnoletto e Laura Domenichini, curatori della mostra. Alle 19 ci si sposterà nella sede della biblioteca al primo piano, dove interverrà anche il sindaco Giorgio Pighi per il taglio del nastro. L’esposizione si avvale del patrocinio dell’Ordine degli architetti di Bologna e presenta otto progetti di restauro: il Collegio San Carlo, il Foro Boario, il Palazzo dei Musei, il Teatro Comunale, la Sinagoga, il comparto San Paolo, il comparto Sant’Eufemia e l’Ospedale Sant’Agostino. La mostra si può vedere negli orari di apertura della biblioteca: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 19 e dal martedì al sabato dalle 8.30 alle 13.

“La vita professionale di Franca Stagi è profondamente connessa con la storia recente della nostra città, alla quale Stagi ha dato un contributo eccezionale, sia progettando il restauro di edifici storici, sia partecipando al dibattito culturale, con posizioni anche estreme, ma sempre con passione e assoluta correttezza”, commenta l’assessore Giacobazzi: “Il suo archivio rappresenta un lascito importante per la nostra città e siamo grati alla famiglia per averlo donato alla biblioteca Poletti, che con questa acquisizione arricchisce ulteriormente il proprio patrimonio”.

Il materiale disponibile nell’archivio di Franca Stagi, donato dalla famiglia alla Biblioteca Poletti nel 2009, è composto complessivamente da 296 buste, 7 cartelle e 88 tubi portadisegni. La mostra è una selezione di disegni preparatori, elaborati tecnici di cantiere, modelli in legno e fotografie testimoniano il percorso dell’architetto, un progetto continuo per il centro storico. L’obiettivo della rassegna è di chiarire come sia possibile agire sul patrimonio tutelato, seguendo un metodo coerente di intervento. L’auspicio, che non vuole esaurire la conoscenza dell’opera architettonica di Franca Stagi, è di porsi come un’anteprima sull’archivio, per avviare lo studio di una figura significativa nell’ambito dell’architettura e della cultura modenese.

Franca Stagi nasce a Modena il 26 agosto 1937. Nel 1962 si laurea in architettura al Politecnico di Milano e lo stesso anno ottiene l’abilitazione professionale. Nel 1963 si iscrive all’ordine degli architetti di Bologna e apre a Modena uno studio di architettura assieme all’architetto Cesare Leonardi. Dal 1985 prosegue la professione autonomamente fino al 2008, anno della sua morte. La prima fase della sua attività è relativa ai progetti realizzati in collaborazione con l’architetto Leonardi, tra i quali si ricordano i centri nuoto di Vignola e di Mirandola, i parchi Amendola a Modena e Pontesanto a Imola, e la partecipazione ad importanti concorsi pubblici come quello per il parco della Resistenza a Modena e per il cimitero comunale di Modena, senza tralasciare, poi, l’importante pubblicazione, nel 1982, del volume L’architettura degli alberi, incentrato sullo studio delle essenze arboree e finalizzato alla progettazione di aree verdi. Nella seconda fase della sua produzione professionale Franca Stagi privilegia il restauro e il recupero dei beni architettonici storici dei centri urbani. A questi progetti si aggiungono anche il restauro della Cattedrale di Carpi, la realizzazione della scuola materna e nido d’infanzia “Sandra Forghieri” situata in via Frescobaldi a Modena. Risale al 2008 la stesura del volume “Il grande porticato di piazza d’Armi”, realizzato in collaborazione con Patrizia Curti.

POLETTI – GLI ARCHIVI D’ARCHITETTURA DELLA BIBLIOTECA

La Biblioteca Poletti conserva, oltre all’archivio professionale di Franca Stagi altri importanti archivi di architettura e di arte, tutti acquisiti per donazione, di ambito non solo locale. Di alcuni è già possibile la consultazione dell’inventario nel sito della biblioteca, di altri è in corso il riordinamento e la inventariazione.

Epistolario Luigi Poletti (di interesse nazionale). Luigi Poletti (Modena 1792 – Milano 1869) trascorse gran parte della sua vita a Roma, dove esercitò la professione di ingegnere-architetto dello Stato Pontificio: in questa veste seguì i grandi cantieri delle ricostruzioni (la Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, la Chiesa di San Venanzio a Camerino) e di progettazione dei teatri di Terni, Rimini e Fano. Il fondo Poletti, sul quale si fonda la Biblioteca a lui dedicata, è costituto da un considerevole patrimonio bibliografico, centinaia di disegni di architettura, un vasto carteggio, un importante nucleo di stampe fotografiche, incisioni sciolte e in volume. L’inventario dell’archivio, costituito da 46 buste di materiali, sarà prossimamente consultabile on line.

Archivio professionale di Vinicio Vecchi (di interesse soprattutto modenese-bolognese). Modena (1924-2007). Cresciuto in una famiglia di scultori, dopo aver frequentato la scuola d’arte, studia architettura a Roma e a Milano. Tornato a Modena diventa il piú giovane consigliere comunale per il PCI e collabora con Mario Pucci nella progettazione di numerose opere pubbliche e private che trasformano la città durante la ricostruzione, come la Stazione delle Autocorriere, la sede delle Aziende Municipalizzate, il Villaggio Artigiano e il primo quartiere INA-Casa. Nello stesso tempo è autore di una serie di opere piú piccole, ma non meno significative, come alcune stazioni di rifornimento e interni di negozi che testimoniano un’interpretazione originale del linguaggio razionalista. Negli anni successivi si specializza nella progettazione di sale cinematografiche, arrivando a realizzarne oltre cinquanta. Realizza anche numerose Case del Popolo, tra le quali merita ricordare la Casa Rinascita di San Vito di Spilamberto. L’archivio è composto da circa 900 faldoni e 10000 disegni; è in corso di inventariazione e prossimamente verrà pubblicato un primo parziale inventario consultabile on-line.

Archivio redazionale della rivista Lotus International (1970-2002, di interesse nazionale e internazionale). Il fondo è costituito dai materiali redazionali relativi agli articoli pubblicati dalla rivista “Lotus international”: bozze spesso con note manoscritte dagli autori, fotografie, disegni; tutti documenti che testimoniano l’intenso rapporto tra autori dei testi e redazione nella fase precedente la pubblicazione dell’articolo e il complesso lavoro di stesura dei singoli articoli per la composizione di ogni singolo fascicolo. All’inizio degli anni Ottanta la biblioteca ricevette una prima donazione di documenti (dal numero 8 al numero 31, relativi agli anni 1974 –1981), catalogati su supporto cartaceo. Questa prima donazione rese possibile, nel 1986, una mostra con catalogo pubblicato dalla casa editrice Electa. Nel 2002 la redazione di Lotus International ha deciso di donare i documenti successivi all’anno 1981 di cui è stato realizzato un primo censimento. L’archivio è composto, complessivamente da 274 buste. La prima parte dell’archivio (anni 1974-1981) è provvista di un inventario cartaceo; la seconda parte dell’archivio(1981-2002) è dotata di un elenco dei materiali. Entrambi questi strumenti sono consultabili, su richiesta, in biblioteca.

Archivio Caruso – De Fez (di interesse locale e nazionale). Vittorio Caruso e Ada Defez, architetti formatisi alla facoltà di Architettura di Napoli nel dopoguerra, si trasferiscono a Modena nel 1960. Caruso partecipa alla stesura del celebrato Piano Regolatore del 1965 e, per la parte pubblica, a svariate attuazioni urbanistiche, dal “Villaggio artigiano di Modena Est” al “Villaggio Giardino”. Dal 1975 presso gli Uffici Tecnici della Regione Emilia Romagna si occupa della pianificazione a scala provinciale e regionale e dello sviluppo dell’assetto viabilistico regionale. Muore nel 1983 a Modena. Tra le opere di Defez (Napoli 1931 – Modena 2002) si ricordano: le “piramidi” di via Morane, l’hotel Raffaello, la scuola d’infanzia di Savignano, le case a schiera di via Copernico e altri edifici abitativi del Villaggio Giardino. Più recentemente partecipa ad alcune importanti operazioni di recupero di edifici storici ferraresi e restaura il Teatro Herberia di Rubiera. A partire dalla fine degli anni settanta, ridisegna numerosissime case ed abitazioni modenesi. L’archivio è composto di 81 faldoni, di cui è stato fatto un prima ricognizione inventariale, di 29 scatole di disegni, e di alcuni modelli.

GLI ARCHIVI D’ARTE DELLA BIBLIOTECA

La Biblioteca Poletti conserva, oltre all’archivio professionale di Franca Stagi altri importanti archivi di architettura e di arte, tutti acquisiti per donazione, di ambito non solo locale. Di alcuni è già possibile la consultazione dell’inventario nel sito della biblioteca, di altri è in corso il riordinamento e la inventariazione.

Associazione amici dell’arte (di interesse locale e nazionale). L’Associazione, che dalla sala del Caffè Nazionale in cui svolse la prima mostra nel dicembre del 1947 sarebbe poi stata ricordata come la Saletta degli Amici dell’Arte, svolse un ruolo fondamentale nel rendere fruibile a Modena l’arte italiana contemporanea. Fu presieduta da Franco Allegretti dal 1947 al 1980, anno della sua morte. Alla Saletta, infatti, esposero artisti già affermati del primo Novecento, tra i quali Carrà, Casorati, De Pisis, Maccari, Mafai, Prampolini, Rosai e Viani, ma anche molti delle ultime generazioni, allora quasi sconosciuti, come Afro, Birolli, Mandelli, Morlotti, Scialoja e Vedova. Importanti furono anche i critici che contribuirono coi loro testi alla pubblicazione dei cataloghi di mostra, tra i quali Anceschi, Apollonio, Arcangeli, Argan, Carluccio, De Grada, Longhi, Mattioli, Palucchini, Volpe. Talvolta i testi erano di scrittori o poeti come Attilio Bertolucci, Antonio Delfini, Alfonso Gatto, Eugenio Montale, Curzio Malaparte, Aldo Palazzeschi, Giovanni Testori, Giuseppe Ungaretti, Cesare Zavattini. L’archivio dell’Associazione è composto da oltre 11.500 carte, di cui finora sono state trascritte circa 1500 lettere. La lista dei corrispondenti con data di spedizione delle lettere compare nel sito della biblioteca.

Ritagli giornale Ferruccio Veronesi (di interesse locale). Contiene gli scritti di Ferruccio Veronesi, collaboratore del Resto del Carlino di Modena, dal 1955 ai primi mesi del 2007. Agli articoli dei primi anni, per la maggior parte di cronaca mondana, costume e critica cinematografica, si aggiungono, dal 1969 e sistematicamente, gli scritti dedicati all’arte e agli artisti visivi modenesi operanti in città o altrove. Si tratta di un archivio importante per documentare il clima non solo artistico ma genericamente culturale di Modena nel II dopoguerra. I 15 faldoni dell’archivio, sono quasi completamente catalogato e i titoli delle recensioni compaiono nel catalogo generale delle biblioteche.

Epistolario di Adeodato Malatesta (di interesse locale e nazionale). (Modena 1806 -1891). Nel 1839 diviene direttore della locale Accademia atestina di Belle Arti. A lungo mantiene un ruolo influente nella gestione del sistema artistico emiliano in quanto è nominato da Farini presidente delle Accademie dell’Emilia (Parma, Bologna, Modena) e presidente della Commissione conservatrice dei monumenti per l’Emilia. La biblioteca possiede un epistolario composto da quasi 2000 lettere inviate all’artista modenese negli anni compresi tra il 1831 e il 1889. Si tratta di 7 faldoni il cui inventario verrà prossimamente pubblicato on line.

Archivio Carlo Federico Teodoro (di interesse locale e nazionale). Carlo Federico Teodoro (Modena 1945 – 2005) venne nominato Direttore della Galleria Civica di Modena nel 1971, incarico che mantenne fino al 1981. Erede di una tradizione che partiva dalle mostre della Saletta degli Amici dell’arte e arrivava fino al suo predecessore Oscar Goldoni, Carlo Federico Teodoro volle coniugare, come direttore della Galleria Civica, l’interesse per la migliore arte modenese con quello per la contemporaneità nazionale ed internazionale. Fra le molte da ricordare, citiamo in particolare alcune importanti rassegne: Avanguardia e sperimentazione (1976, 1977, 1978), Continuità dell’avanguardia in Italia, con le mostre dedicate a Enrico Prampolini (1978), a Regina Bracchi (1979) e a Bice Lazzari (1980). Negli anni Novanta collaborò con la Galleria d’arte moderna del Palazzo ducale di Pavullo, per la quale curò nel 1991 la mostra “Lionello Venturi e l’avanguardia italiana”. Fu autore di numerose monografie e saggi di carattere storico-artistico e fino alla fine si dedicò allo studio dell’arte e degli artisti modenesi. L’archivio è composto da un centinaio di faldoni, in gran parte materiale relativo agli artisti modenesi degli ultimi cinquant’anni, ed è in corso di riordinamento ed inventariazione.

 

Didascalia foto 1: modello per la scala della biblioteca del collegio san carlo
Didascalia foto 2:modello del foro boario esposto all’interno della biblioteca poletti