Ha preso il via con successo la quinta edizione della “Settimana della Pmi”, organizzata da Apmi Modena-Confimi, con l’obiettivo di proporre alla città momenti di confronto sui temi della più stretta attualità. Il primo incontro, tenutosi ieri a Palazzo Carandini, con il titolo “Ricostruire la città, ricostruire la comunità. Un nuovo approccio per le scelte urbanistiche di Modena, il contributo di Apmi-Confimi e Aniem” ha posto le basi per un più approfondito percorso che coinvolgerà le associazioni presenti – Apmi, Aniem e Confindustria Ceramica –, insieme alla pubblica amministrazione, per dare un riscontro concreto al progetto di riqualificazione urbana presentato: tra irelatori è infatti emersa una piena condivisione del tema e del progetto presentato.

Già nella parte introduttiva è stato chiarito come la riqualificazione per sostituzione sia un tema tanto importante quanto dibattuto, basti pensare che a Modena, negli ultimi 5 anni, sono stati edificati 14 mila metri cubi al giorno e che oggi il 55% delle famiglie occupa un alloggio costruito prima del 1972.

“Abbiamo alle spalle decenni, il periodo dagli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta e forse oltre, in cui le città sono cresciute spesso prive di qualità urbana e con edifici inadeguati dal punto di vista energetico e sismico – ha spiegato Dino Piacentini, presidente di Apmi Modena e di Aniem, l’associazione nazionale delle imprese di costruzioni – la riqualificazione offre all’economia nazionale un’importante opportunità per ridefinire gli spazi delle città in una ottica moderna e funzionale, nonché per sostenere il lavoro e le imprese italiane del settore con tutto il loro indotto. Con questo convegno intendiamo dare un segnale alle autorità, alle altre organizzazioni del settore e all’opinione pubblica: è possibile dare vita a un nuovo ciclo edilizio che punti sulla qualità e non più sulla quantità. Dobbiamo anche puntare a una città dotata di servizi e di attrattive, che possa essere pienamente vissuta da tutti”. Piacentini ha poi presentato la traduzione concreta di questa idea, ovvero il progetto sperimentale di riqualificazione per sostituzione su un’area del villaggio artigiano di Modena, elaborato dallo studio modenese di progettazione A.R Studio Associato, architetti Corrado Piccinini e Silvia Piccinini per conto del Consorzio Stabile Coseam Italia, progetto che è stato premiato nei giorni scorsi nella quinta edizione del Concorso nazionale “Energia sostenibile nelle città”, lanciato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente nella categoria “Piani urbanistici per l’uso sostenibile dell’energia”.

Nel dettaglio, l’area in oggetto è oggi formata da residenze (circa 90 alloggi) di tipologia obsoleta, risalente agli anni ’60 e ’70, estremamente energivore, non dotate di sistemi antisismici e con un assetto urbanisticamente non coordinato, e in più con la totale assenza di spazi verdi e servizi comuni. Per di più l’area prevede una zona commerciale (6.954 mq), composta da capannoni oggi sfitti e abbandonati. Il progetto prevede diversi step: in primo luogo è necessario il coinvolgimento dei residenti, della comunità locale e la concertazione con la Pubblica Amministrazione, servono poi accordi con gli enti pubblici e con il sistema creditizio che renda disponibili risorse dedicate. A seguire, la prima fase prevede la demolizione dei capannoni commerciali posti nelle aree esterne dell’area, al cui posto sorgeranno le prime unità abitative dei residenti da allocare. Gli edifici, una volta ricostruiti, avrebbero unvalore più alto rispetto all’attuale e passerebbero dalle classi attuali, molto basse, alla classe A, con un risparmio stimato in oltre 2.000 euro all’anno sulle spese; sono inoltre previsti nuovi servizi di quartiere (asili, centri medici, servizio portineria, ecc.), mentre la superfice coperta da edifici passerebbe dagli attuali 19 mila mq a circa 6.500 mq, grazie ad uno sviluppo in altezza. “Chiediamo all’amministrazione di farsi parte attiva per parlare con le famiglie, e iniziare con noi a concretizzare questa idea – ha concluso il presidente – noi siamo pronti”.

Nell’intervento successivo Marco Marcatili, analista economico di Nomisma, ha presentato il quadro attuale della situazione, che vede un mercato ingessato, sia a livello nazionale sia locale. “L’approccio deve essere di ripensare la vocazione della città – ha detto – il mercato è bloccato perché non c’è più il supporto dei finanziamenti; in passato poi, la casa era vista come un punto di ancoraggio, oggi le famiglie si sentono più serene se risparmiano. Questo immobilismo ha però anche un altro aspetto: le domande, che in realtà nel 2012 sono aumentate, non trovano un’offerta adeguata, l’85% degli immobili è di classe inferiore alla D, a fronte di una richiesta sempre più attenta alla sostenibilità. Tutti sappiamo che questa è la direzione in cui andare, oggimancano gli strumenti urbanistici flessibili e quelli finanziari, serve un salto culturale”.

“Nella storia, il settore edile ha sempre agito da volano per la ripresa, grazie alla sua capacità di coinvolgere i numerosi ambiti collaterali del manifatturiero – ha commentato il presidente di Confindustria Ceramica Franco Manfredini -. Oggi, purtroppo, invece di incentivarlo, sono state messe in campo politiche troppo opprimenti, anche dal punto di vista fiscale, che ne rendono difficile la crescita. Crediamo che sia giunto il momento di spendere meglio e in modo propositivo le risorse del Paese. L’industria ceramica è da tempo impegnata e attenta alla questione del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale in edilizia realizzata attraverso materiali ceramici, sulla quale ha messo in pratica numerose soluzioni: per questo motivo siamo assolutamente interessati al progetto oggi presentato, che ha il nostro pieno sostegno, e che opportunamente promosso può essere preso ad esempio anche a livello nazionale”.

Anche da parte dell’assessore alla gestione del territorio e infrastrutture del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi, è arrivato il pieno appoggio e l’impegno a farsi parte attiva. “Ci sono tutti i presupposti per iniziare a discuterne rapidamente – ha affermato – il mio suggerimento è anche di utilizzarlo come contributo per il nostro documento di indirizzo. Crediamo che il progetto contenga indicazioni importanti: da anni gli strumenti urbanistici e tecnici parlano della necessità di recupero e non di espansione, ma poi si ci è comportati diversamente. La città del nuovo PSC è invece una città dello sviluppo per riqualificazione; sarà un percorso difficile, poiché costruire il nuovo è più semplice, ma non si può più rimandare. È altresì importante che il processo di sostituzione non porti aperdere il sistema di relazioni sociali che invece funziona e costituisce un importante fattore di identità e di aggregazione: abbiamo bisogno di ascoltare molto e di ascoltare tutti. Dobbiamo fare i conti con una drastica riduzione delle risorse, l’incentivo pubblico, per altro, non è necessariamentecostituito da risorse finanziarie, ma ci muoveremo per reperire contributi europei e attivare risorse finanziarielocali”.

Foto, da sinistra: Manfredini, Piacentini, Pignatti (moderatore), Giacobazzi, Marcatili