carabinieri_9Sdegnato per la violenza disumana, bestiale e quotidiana commessa dal padre che massacrava di botte la compagna, peraltro invalida civile, ha deciso dapprima di documentare le violenze filmate con il proprio cellulare per poi presentarsi ai Carabinieri di Reggio Emilia denunciando tali atrocità. I Carabinieri reggiani ricevuta la denuncia supportata dai violenti filmati riferirono alla Procura reggiana che richiese ed ottenne un provvedimento d’arresto lampo che l’8 novembre dello scorso anno portò in carcere il 47enne reggiano accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati nei confronti della propria convivente sottoposta a sofferenze fisiche e morali in modo continuativo ed abituale.

L’uomo scarcerato lo scorso febbraio è stato sottoposto  alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex compagna. Tuttavia il 47enne nei giorni scorsi oltre a presentarsi piu’ volte sotto casa, la telefonava di continuo minacciandola di morte qualora la donna avessee testimoniato all’udienza del processo.

La Corte d’Appello bolognese valutati i fatti e ritenendo la misura in atto non piu’ in grado di salvaguardare le esigenze cautelari disponeva l’arresto dell’uomo che ieri pomeriggio è stato nuovamente condotto in carcere dai carabinieri di Reggio Emilia. A denunciare le gravi vessazioni si ricorda fu il figlio dell’uomo che, ospite da circa una settimana a casa della coppia, riferì ai Carabinieri di essersi accorto sin dal suo arrivo che il padre trascorreva le giornate assumendo bevande alcoliche per poi usare violenza sulla compagna. La trascinava per varie parti della casa con molta violenza alterandosi maggiormente quando la donna aveva esigenze fisiologiche: anziché accompagnarla in bagno essendo la donna invalida, la sbatteva sul letto aggredendola fisicamente a schiaffi e pugni sul viso. Esterrefatto e sdegnato per il comportamento del padre, il ragazzo filmò con il suo cellulare le violenze per poi presentarsi ai carabinieri di Reggio Emilia e denunciare il padre. Il video rivelò una condotta di violenza disumana, bestiale, fuori dal controllo di ogni razionalità . Dopo le vessazioni le gravi minacce ed è per questo che da ieri l’uomo, condannato in primo grado a tre anni ed ora appellante, è tornato in carcere venendo arrestato dai carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Reggio Emilia.