I cittadini italiani che ogni anno pagano l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche sono circa 41,5 milioni. L’IRPEF non è solo l’imposta che interessa la maggior parte degli italiani, ma è anche quella che dà maggior gettito; è l’imposta principale attraverso cui si attua la progressività.

Da circa una decina d’anni i vari legislatori che si sono succeduti, hanno ridotto sempre di più il principio della progressività dell’imposta stabilita nell’articolo 53 della nostra costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.

Sono, infatti, usciti dalla progressività dell’IRPEF:

– dall’anno d’imposta 2004 gran parte dei redditi di capitale in quanto con l’abolizione dei crediti d’imposta è stata cambiata la loro tassazione e sono assoggettati ad una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta;

– nel periodo dal 2008 al 2011 i soggetti (cosiddetti “minimi”) con ricavi inferiori ai 30.000 euro derivanti dall’esercizio di attività commerciali o professionali hanno avuto la possibilità di determinare il reddito in modo semplificato pagando un’imposta sostitutiva di IRPEF, addizionali comunali e regionali, IRAP ed IVA. Dall’anno d’imposta 2012 il regime dei minimi è stato parzialmente modificato;

– dall’anno d’imposta 2011 i proprietari di abitazioni date in locazione possono assoggettare i relativi affitti ad un imposta sostitutiva (cosiddetta cedolare secca);

– dall’anno d’imposta 2012 il reddito derivante dalle abitazioni a disposizione, in seguito all’introduzione dell’IMU sugli immobili, non saranno inserite in dichiarazione (rendita maggiorata).

Tutti questi meccanismi fiscali hanno agevolato i contribuenti con fasce di reddito medio alte che hanno così pagato le imposte con percentuali fisse e non in base ai loro scaglioni di reddito.

La presente proposta, che non va intesa come aumento di tasse, mira, a parità di gettito fiscale IRPEF, ad una più equa distribuzione del carico fiscale tra i vari contribuenti in modo da far pagare di più a chi ha redditi alti in favore delle fasce medio basse che pagherebbero di meno.

Gli ultimi dati disponibili pubblicati dal Ministero delle Finanze riguardano i redditi 2010 dichiarati nel 2011.

Rielaborandoli, con le nuove fasce di reddito proposte più progressive, delle attuali, viene fuori che:

potrebbe pagare di meno al 91,2% dei contribuenti (n. 37.824.467);

l’1,4% dei contribuenti (n. 571.374) pagherebbe uguale;

e solo il 7,4 dei contribuenti (n. 3.091.367) pagherebbe di più.

Tutto fatto a parità di gettito fiscale.

Allego alla presente proposta fiscale, che chiedo venga valutata e se condivisa inserita nel programma della lista Rivoluzione Civile, una tabella riepilogativa (tabella allegata) che riporta i dati dei contribuenti, il gettito Irpef, le nuove aliquote e quanto per ogni fascia di reddito i contribuenti ci guadagnano o ci perdono.

Inutile sottolineare che una proposta del genere in campagna elettorale avvierebbe una discussione in cui la nostra lista diventerebbe protagonista.

Contare sulla condivisione di almeno il 93% dei contribuenti Italiani (che ripeto ci guadagnano) anche se l’altro 7% sarà penalizzato, non solo è una proposta di equità fiscale in un momento di crisi economica, ma è anche strumento propositivo in campagna elettorale.

Rimodulazione-scaglioniIRPEF

Donato Vena (Segretario provinciale dei Comunisti Italiani – Reggio Emilia)