Come già proposto e attuato dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna, che hanno rinunciato al vitalizio spettante dal loro ruolo in Regione (ma l’M5S sta raccogliendo le firme per una più radicale legge d’iniziativa popolare per abolire totalmente vitalizi e indennità di fine mandato), o dai loro colleghi di partito in Regione Sicilia, che hanno devoluto il 70% dei 15mila euro mensili previsti dalla legge siciliana per ciascun consigliere eletto a un fondo per il microcredito alle imprese, i candidati parlamentari della prossima legislatura hanno stilato un elenco di impegni sottoscritti al momento dell’accettazione della candidatura, il cosiddetto Codice di comportamento parlamentare:

http://www.beppegrillo.it/movimento/codice_comportamento_parlamentare.php

Tra gli impegni, che si aggiungono alla rinuncia ai rimborsi elettorali (per rispetto al referendum del 1993 sul finanziamento pubblico ai partiti), figurano la rinuncia al vitalizio parlamentare e l’immediato passaggio al sistema contributivo, la rinuncia all’indennità di fine rapporto (pari a oltre 140mila euro a parlamentare), la restituzione dell’eccedenza rispetto a un compenso “concordato” di 5mila euro lordi mensili, la rendicontazione online su base mensile di ogni spesa relativa a rimborsi e attività “in modo che i cittadini controllino direttamente i loro dipendenti; in questo modo con un controllo diretto e pressante gli eletti non si abbandoneranno mai a spese pazze (vedi ultimi scandali). Tutto è e deve essere alla luce del sole e facilmente controllabile”.

(Movimento 5 stelle Modena e Provincia)