Parte da Reggio Emilia, in particolare da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, la sfida che potrebbe rivoluzionare il trasporto aeronautico di domani, con particolare riferimento al suo sistema di propulsione, realizzando vettori aerei più sicuri e meno inquinanti.

“L’aeronautica, come l’intera industria legata al mondo dei mezzi di trasporto, – afferma il prof. Antonio Dumas, docente di Fisica tecnica industriale all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – ha raggiunto un avanzato livello di maturità tecnologica. Questo significa che qualsiasi innovazione produce ridotti benefici, anche se a costi sempre maggiori. In questo scenario è opportuno iniziare a percorrere nuove strade, legate alla ricerca di base, al fine di introdurre le necessarie innovazioni radicali, che permettano di ringiovanire tecnicamente il settore e di aprire nuove frontiere di sviluppo”.

Il tutto è partito nel settembre 2011 con un ambizioso progetto europeo del 7° Programma Quadro, coordinato dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, denominato MAAT, che riguardava e riguarda lo studio di un sistema di trasporto aeronautico basato su un cruiser, che resta in quota, e un feeder, che lo collega al suolo. “MAAT, al di là del proprio intrinseco valore, – aggiunge il prof. Antonio Dumas – si sta rivelando una fucina di idee per l’aeronautica di domani. Ha infatti permesso di esplorare idee innovative che hanno il potenziale di mutare l’approccio al trasporto aereo”.

Una di queste idee, brevettata da ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ha condotto alla definizione del successivo progetto ACHEON (Aerial Coanda High Efficiency Orienting-jet Nozzle), finanziato dalla Commissione Europea per il suo potenziale dirompente sul futuro sviluppo di un settore maturo, come quello dell’odierna industria aeronautica.

“Il progetto ACHEON coordinato dal collega Dumas – dichiara il prof. Eugenio Dragoni, Direttore del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria – rappresenta un esempio particolarmente riuscito di valorizzazione delle competenze multidisciplinari presenti nel Dipartimento. Benché finalizzate all’offerta didattica di Ingegneria Gestionale e Ingegneria Meccatronica, le ricerche svolte in Dipartimento sono trasversali rispetto ai diversi settori dell’Ingegneria e trovano in questo caso applicazione in un ambito particolarmente avanzato della tecnologia. Rilevo con soddisfazione che l’argomento aeronautico su cui verte il progetto rilancia in chiave moderna il retaggio industriale di Reggio Emilia, risalente alla cultura aeronautica nata e progredita con le Officine Reggiane”.

ACHEON, che vede impegnate 6 realtà di eccellenza espresse da 4 paesi europei (4 Università, 1 Centro di ricerca e una PMI innovativa: Università di Modena e Reggio Emilia, Nimbus SRL e Reggio Emilia Innovazione – Italia, Universidade da Beira Interior – Portogallo, Vrije Universiteit Brussel – Belgio e University of Lincoln – Regno Unito), è un innovativo sistema di propulsione aerea capace di orientare il flusso e la spinta senza alcuna parte meccanica in movimento.

“ACHEON – chiarisce il prof. Antonio Dumas, coordinatore del progetto – è il prodotto dell’integrazione di due temi di ricerca di base: i fenomeni di adesione che scaturiscono dalla miscelazione di due getti fluidi in presenza di superfici opportunamente sagomate, studiata presso il nostro Dipartimento di Scienze Metodi dell’Ingegneria, ed il controllo di questa adesione con un plasma elettrostatico, studiato all’Università di Beira Interior in Portogallo. Questo sistema permetterà di deviare un getto fluido con eccellente precisione e senza parti meccaniche in movimento”.

I suoi punti di forza sono l’assenza di parti in movimento, la semplicità dei controlli, la notevole precisione, la risposta estremamente veloce, l’affidabilità intrinseca, la possibilità di funzionare con fluidi (gas, liquidi o miscele) di ogni natura.

“Il risultato – spiega il prof. Antonio Dumas – permetterà di dirigere il flusso propulsivo di un aereo con un angolo capace di adeguarsi tempestivamente ad ogni condizione di volo in modo dinamico, con tempi di risposta estremamente ridotti (centesimi di secondo). Le possibili implicazioni sul futuro dell’aeronautica sono evidenti: decollo e atterraggio verticale, riduzione degli spazi necessari per le operazioni aeroportuali, migliore manovrabilità, eliminazione delle appendici aerodinamiche tradizionali, maggiore efficienza aerodinamica e minori consumi”.

ACHEON (www.acheon.eu), che muove in continuità con la tradizione di prefigurazione dell’aeronautica di un indimenticato pioniere come Henri Coanda, permetterà anche di esplorare nuovi concetti aeronautici, dalla propulsione diffusa a nuove architetture di aeromobile più efficienti e funzionali di quelle odierne.

Il battesimo ufficiale del progetto è stato sancito con un meeting internazionale ospitato a Reggio Emilia giovedì 10 e venerdì 11 gennaio 2013 dal titolo “Un progetto aeronautico e le sue ricadute tecnologiche”, che ha richiamato l’interesse anche del sistema delle imprese nazionale e locale per le possibilità di trasferimento tecnologico verso altri settori, diversi dall’industria aeronautica, nella definizione di prodotti radicalmente innovativi rispetto a quelli esistenti. In particolare i maggiori e più interessanti ambiti applicativi riguardano: trattamenti tecnologici: deposizione di film, sabbiatura, verniciatura, ecc; elettrodomestici: lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, ecc; acclimatazione: distribuzione dell’aria ambientale, bocche di uscita di climatizzatori, ecc.; Impianti industriali: distribuzione dell’aria, autolavaggi, filtri a ciclone, ecc; agricoltura: irroratori, atomizzatori, ecc; sistemi antincendio: ugelli, sprinkler, ecc; sistemi di manutenzione con rugado a spazzamento e lavaggio, deicing aeroportuale, autostradale.

“Il riconoscimento a livello europeo della validità del progetto del prof. Dumas – dichiara il prof. Luigi Grasselli, Pro Rettore sede di Reggio Emilia – conferma la validità dell’idea che sta alla base dell’attività del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria: la compresenza al suo interno di competenze sia nelle discipline di base che in quelle di tipo più applicativo ingegneristico e tecnologico. Questa visione favorisce quel processo di trasferimento tecnologico della ricerca di base e applicata su cui la nostra sede universitaria ha fortemente investito anche in collaborazione con Reggio Emilia Innovazione che, non a caso, è uno dei partner del progetto”.