cie-modena2-ph-Dante-FarricellaI lavoratori del Centro Identificazione ed Espulsione (CIE) di Modena sono nuovamente in sciopero per rivendicare gli stipendi che mancano, oramai, dallo scorso novembre. Le mensilità arretrate sono diventate quattro. Infatti a novembre, dicembre e alla tredicesima 2012, si aggiunge adesso la mensilità di gennaio 2013.

Per questo motivo la Funzione Pubblica Cgil, insieme ai lavoratori, proclama un pacchetto di quattro giorni di sciopero, i primi due giovedì 28 febbraio e venerdì 1° marzo e successivamente il 13 e 14 marzo 2013.

La condizione dei lavoratori è sempre più insostenibile. Si è già verificato un caso di dimissioni per giusta causa. Alcuni lavoratori esprimono apertamente disagi economici profondi, arrivando a chiedere dei prestiti alle banche, sui quali dovranno pagare gli interessi.

“Oramai la questione sta assumendo connotazioni sociali allarmanti – sostiene Fabio De Santis della FP/Cgil – Chi si dimette per giusta causa preferisce perdere il lavoro, piuttosto che lavorare senza essere pagato. Il problema è che di questi tempi non sarà semplice trovare un altro impiego. La cosa paradossale è che se questo fenomeno prende piede, lo Stato dovrà versare soldi per pagare l’Aspi, ma non sblocca i soldi per compensare la gestione del CIE, in modo da poter risolvere la vertenza”.

Infatti, uno dei problemi all’origine della vertenza, è che la Corte dei Conti non ha ancora sbloccato le risorse per il CIE.

Il 25 gennaio scorso, in occasione dell’incontro tra Prefettura e una delegazione composta da sindacalisti della FP/Cgil e lavoratori, il Prefetto di Modena aveva garantito, riprendendo gli impegni dichiarati dal Ministro Cancellieri, che lo sblocco dei pagamenti sarebbe avvenuto entro pochi giorni. Anche questa ipotesi non si è verificata.

Intanto il Consorzio L’Oasi non adempie neanche alla consegna del cedolino cartaceo ai dipendenti, mentre contemporaneamente assume altri lavoratori con contratti a progetto, impiegandoli nelle stese funzioni dei lavoratori subordinati. Gestisce i turni in modo arbitrario, garantendoli al massimo per una settimana, impedendo ai lavoratori di organizzare correttamente la gestione del tempo di lavoro e del tempo di vita.

“Non tutti i problemi hanno origine dal mancato sblocco dei pagamenti da parte dello Stato – dicono sempre dal Sindacato – Non crediamo che questo aspetto incida sulla possibilità di stampare o meno delle buste paga e di organizzare correttamente gli orari di lavoro. Inoltre il Consorzio L’Oasi sta utilizzando delle forme contrattuali forzando le condizioni determinate dalla legge. Tutti i motivi della vertenza ci hanno spinto a chiedere, con un atto formale, il recesso dell’appalto alla Prefettura. Ora attendiamo la risposta del Prefetto”.

Insomma, sembra proprio che la gestione del CIE di Modena diventi sempre più complicata a causa di una commistione di responsabilità.

 

La FP/Cgil e i lavoratori non ritireranno la lotta fino a quando non arriverà una soluzione definitiva ai problemi. Inoltre ricorreranno agli strumenti legali per la tutela dei diritti.