carabinieri-informaticaFacendo credere di essere intenzionato a vendere la sua Fiat Panda, ha pubblicato un annuncio su un noto sito internet che tratta la compravendita di automobili riuscendo a “piazzare” l’auto al prezzo di 1.700 euro ad un operaio della provincia di Reggio Emilia che tuttavia, dopo aver pagato l’intero importo, non si è visto consegnare l’auto in quanto il furbastro inserzionista incassato il danaro ha bidonato l’acquirente non presentandosi all’appuntamento e rendendosi inoltre irreperibile. Per questo i carabinieri della Stazione di Guastalla, a cui l’operaio reggiano ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per truffa alla Procura reggiana un 30enne di Cambiago, in provincia di Milano, che non è nuovo a tali espedienti, come peraltro rivelato dai suoi precedenti di polizia. Nei guai con concorso in truffa è finita anche una 38enne di Monza risultata l’intestataria di una delle postepay utilizzata per “incassare” il provento della truffa.

Le indagini sono partite nello scorso mese di novembre a seguito della denuncia presentata da un operaio 44enne di Guastalla, comune della bassa reggiana, che aveva acquistato su un noto sito internet di annunci, una Fiat Panda pagandola 1.700 euro. Inizialmente versava su una prima postepay la caparra ammontante a 400 euro quindi altri 450 euro, su richiesta dell’inserzionista con cui aveva contatti via mail, versava 450 euro necessari per le pratiche di passaggio di proprietà e quindi nel giorno fissato per la consegna su altra carta di credito versava il saldo pari a 950 euro. All’accredito dell’importo complessivo sulle due postepay fornite dal truffatore non è corrisposta la vendita dell’auto in quanto all’appuntamento l’operaio reggiano veniva bidonato. Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa l’uomo si presentava ai carabinieri di Guastalla formalizzando la denuncia. Dopo una serie di riscontri tra l’account di posta elettronica, l’IP del computer utilizzato per l’annuncio trappola e le due postepay dove erano stati versati i soldi i Carabinieri catalizzavano le attenzioni investigative sull’odierno indagato e sulla sua complice nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa per il quale venivano denunciati. Per l’operaio reggiano la possibilità ora di essere risarcito in sede penale a conclusione dell’iter processuale.

I Carabinieri reggiani nell’occasione ricordano ai cittadini vittime di tali raggiri che su internet nessuno è anonimo, in quanto ogni utente è associato a un numero IP utilizzato per collegarsi al web. Se si è quindi caduti in una finta vendita online si può riuscire ad arrivare al responsabile e chiamarlo in causa quantomeno per il risarcimento del danno subìto. La prima cosa da fare, ricordano i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, è quella di raccogliere le prove (stampa della pagina web in cui era presente l’annuncio, eventuali risposte e-mail, numeri di telefono) e presentarsi alla più vicina stazione per sporgere una regolare denuncia. Il resto lo faranno poi, come nell’odierno caso, le indagini dei carabinieri.