carabinieri-notturnaUn ingegnoso pusher italiano spacciava cocaina grazie ad un “baby call center”: i clienti infatti effettuavano le ordinazioni di cocaina contattando un minore che quindi fissato l’appuntamento informava il suo “datore” di lavoro. Un’intraprendente attività di spaccio quella portata alla luce dai Carabinieri della Stazione di Corso Cairoli che nella tarda serata di ieri, con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, hanno arrestato un 20enne di Reggio Emilia ristretto a disposizione della Procura reggiana titolare dell’inchiesta. Con l’accusa di concorso in spaccio di stupefacenti i Carabinieri Carabinieri hanno denunciato il giovane telefonista suo complice alla Procura dei Minori di Bologna. Nei guai anche il 19enne cliente reggiano a sua volta segnalato quale assuntore. L’attività condotta dai carabinieri ha portato al sequestro di cinque dosi di cocaina per un peso di circa 3 grammi, un centinaio di euro provento dell’illecita attività ed il cellulare del “centralinista”.

I fatti sono stati portati alla luce ieri, poco dopo le 23,30, quando i Carabinieri notavano un giovane sotto la pioggia in sospettosa attesa. Fingendo di far un prelievo ad un vicino bancomat i Carabinieri, in abiti civili, avevano modo di notare l’arrivo di un’autovettura dal cui interno un giovane consegnava a colui che attendeva due dosi di cocaina ricevendo del danaro. I militari intervenivano bloccando gli “autori” della compravendita: il cliente veniva trovato in possesso di due dosi mentre il pusher aveva altre tre dosi e 110 euro provento dello spaccio. In compagnia di quest’ultimo il minore rivelatosi essere il “call center” dell’intraprendente pusher come riscontrato dai carabinieri che rilevavano nel suo cellulare le chiamate del cliente che a sua volta a verbale confermava questa singolare precauzione adottata dal “suo” pusher. Questa mattina lo spacciatore comparirà davanti al Tribunale di Reggio Emilia per rispondere del’accusa contestatagli dai Carabinieri