Filippo_Allegra_2Intervengo nel merito dell’intervista rilasciata dal Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge al settimanale “Chi”, riportata oggi da alcuni organi di stampa locale, nella quale si cita un episodio di presunta intolleranza razziale attribuito ad un conducente di autobus di Modena.

Pur non intendendo entrare nel merito dell’episodio specifico (che peraltro non viene temporalmente circostanziato), in qualità di amministratore di un’azienda che gestisce un servizio pubblico non posso non concordare con il Ministro Kyenge sulla necessità di sviluppare nelle nostre città un clima di maggiore integrazione e di migliore convivenza tra i cittadini/utenti di diverse nazionalità. Tale esigenza è ben chiara all’azienda, oserei dire che fa parte del nostro dna. Cito, ad esempio, il percorso che l’azienda porta avanti da alcuni anni sul tema della formazione del personale viaggiante, con momenti di aggiornamento e crescita professionale non solo di natura tecnica ma anche relazionale e comportamentale finalizzati a migliorare l’approccio con gli utenti, italiani e non.

Ritengo che il Ministro, di cui apprezzo le iniziative di sensibilizzazione, convenga con noi che tra i soggetti che possono e, di fatto, garantiscono la civile convivenza ed il rispetto dei diritti di ciascuno vi sia sicuramente anche l’autista di mezzo pubblico. I nostri autisti svolgono un lavoro non semplice, sono al centro di innumerevoli attenzioni (non sempre corrette) e rappresentano il cuore pulsante e la cartina di tornasole della città. Posso garantire che la grande maggioranza di loro svolge con grande professionalità il proprio compito: ritengo che questa sia la prima cosa da sottolineare, perché ci aiuta ad isolare singoli episodi che – se accertati – vanno perseguiti, ma che non possono minimamente mettere in ombra lo spirito di sacrificio e di servizio delle centinaia di conducenti di autobus che ogni giorno garantiscono con competenza, serietà e, non di rado, la giusta dose di umanità il diritto dei cittadini alla mobilità.