MEF-ModenaIl Museo casa Enzo Ferrari di Modena figura tra i cinquantadue vincitori del premio assegnato dal Royal Institute of British Architects, il premio più importante e ambito nel panorama dell’architettura inglese, che gode di una elevata risonanza europea e internazionale. Il premio è conferito ogni anno dopo un’attenta e severa selezione, che prevede la visita dei giurati di ogni singolo progetto pre- qualificato. Tra i progetti che quest’anno si sono aggiudicati il prestigioso riconoscimento troviamo quarantatré opere realizzate in Gran Bretagna e nove opere realizzate in altre parti dell’UE, firmate da studi di grido come Foster + Partners o Zaha Hadid Architects.

Il concorso progettuale per la progettazione del MEF, vide sfidarsi come in un GP otto concorrenti di livello internazionale.

Lo studio Future Systems di Londra, di cui era titolare l’architetto Jan Kaplicky, fu nominato vincitore del concorso da una giuria della quale facevano parte persone alle quali Enzo Ferrari voleva un bene dell’anima, come il figlio Piero e quel Sergio Pininfarina che per una vita ha disegnato le macchine stradali del Cavallino. Il progetto si chiamava “Open Hand, a significare che la nuova galleria espositiva abbraccia come una mano aperta la casa in cui nacque il Drake nel 1898, in un perfetto connubio tra passato e futuro.

I progetti premiati dal RIBA, fra cui il Museo Casa Enzo Ferrari, saranno oggetto di una successiva selezione, che individuerà i sei progetti finalisti per lo Stirling Prize, ovvero l’Oscar dell’architettura, che Kaplicky vinse già nel 1999 per il Media Centre, Lord’s Cricket Ground di Londra. L’elenco dei sei progetti finalisti sarà reso pubblico il 19 luglio 2013.

“Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento, che rende omaggio ai progettisti che hanno collaborato con noi per realizzare questa meravigliosa struttura espositiva e testimonia con forza la duplice natura di questo contenitore culturale, che è un Museo di nuova generazione dedicato ad un personaggio che ha scritto indelebilmente la storia dell’automobilismo, ma anche una eccezionale opera di architettura contemporanea, un landmark che vale la pena visitare anche solo per vedere “come è fatto”; lo dimostra il comportamento dei nostri visitatori, che si fotografano non solo accanto alle auto esposte, ma già davanti al cancello giallo d’entrata o ci chiedono di potersi fotografare davanti alla meravigliosa vetrata a doppia curvatura della galleria espositiva con la loro supercar o la loro motocicletta”, rileva Adriana Zini direttore del Museo.

“Ricevere il RIBA European Award è un risultato straordinario, che conferma e premia non solo il talento creativo di Jan Kaplicky (scomparso nel 2009), ma anche il lavoro svolto dal tutto il team di progetto e il costante impegno e sostegno dimostrato dalla Fondazione Casa Natale Enzo Ferrari nei due anni di cantiere, sostegno che ha ci ha permesso di realizzare quest’opera esattamente come l’avevamo sognata” , dice l’arch. Andrea Morgante, coprogettista dell’opera e designer del layout espositivo del Museo, che attualmente ha vinto un concorso RIBA per la progettazione di un nuovo centro visitatori nell’area naturalistica di Cambridge, battendo più di 200 studi inglesi ed europei.

“Politecnica è onorata di aver contribuito all’ideazione e alla realizzazione di un’opera così peculiare, che è stata per noi una prova intellettuale di alto profilo siamo convinti che questo edificio sia un bell’esempio di sinergia fra architettura e ingegneria e sia figlio anche del grande rispetto fra differenti professionalità che ha sempre regnato nel gruppo di lavoro (committenza, progettisti, costruttori). Questo importante riconoscimento internazionale credo che premi il coraggio di chi ha sempre creduto in questa difficile sfida”, conclude l’Ing. Francesca Federzoni Presidente della società Politecnica, che ha curato tutta l’ingegneria del progetto e la direzione lavori del cantiere del Museo .

Al MEF sono in corso la nuova grande mostra “GRAND PRIX Le monoposto del Campionato di Formula 1”, dedicata alle vetture da leggenda del Campionato Mondiale di Formula 1 dal 1950 al 1994 e la mostra collaterale “Cars & Comics – L’auto interpretata dai grandi autori del fumetto”, che coniuga il mondo delle quattro ruote con quello della “letteratura disegnata” (come definiva i fumetti Hugo Pratt), due mondi destinati ad incrociarsi o in maniera occasionale, in alcuni casi infatti le auto sono componenti secondarie o scenografiche delle tavole, oppure in modo significativo, arrivando a marcare in modo indelebile un personaggio o una storia, come nel caso di Diabolik e la sua Jaguar o il personaggio pilota Michel Vaillant, che vanta nel suo palmarès numerose vittorie in Formula 1, ma anche alla 24 Ore di Le Mans, tanto da meritarsi una dedica autografa di Enzo Ferrari.