legacoop_bolognaI dati principali evidenziano una crescita fisiologica, che può essere considerata una sostanziale tenuta, che di riflesso porta ad un aumento della preoccupazione per la tenuta del sistema cooperativo bolognese per la prolungata assenza di sviluppo, l’aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali, la debolezza del ciclo economico che impatta pesantemente sulle famiglie, le mancate prospettive di ripresa. Sono, in sintesi, gli elementi centrali dell’analisi dei “Dati consuntivi delle imprese cooperative associate – Anno 2012”, presentata oggi, nel corso di una conferenza stampa, dal presidente di Legacoop Bologna Gianpiero Calzolari.

«In questa fase è di poca consolazione presentare dati con qualche piccolo segno positivo, indice di tenuta più che di crescita – ha commentato Calzolari – I numeri, da soli, non raccontano la complessità del quadro economico. Quello che ci preoccupa fortemente è la mancanza di prospettive di crescita, senza sviluppo la tenuta del sistema rischia di essere compromessa. Non può mancare una riflessione su Bologna: i piccoli segnali positivi che presentiamo sono frutto di operazioni fatte per lo più fuori dal nostro territorio, qui non si cresce e le nostre cooperative sono giunte al limite, dopo aver messo in campo tutti gli strumenti per garantire l’occupazione, salvaguardare le imprese, dare servizi di qualità alla comunità. Se non si colgono le nuove opportunità di crescita, se non ci sarà una rapida svolta sulle grandi opere che attendono da anni, tutti gli sforzi rischiano di essere vanificati».

Parlando di Bologna, Calzolari ha tenuto a sottolineare un dato estremamente preoccupante: sono 1.403 gli occupati su Bologna delle cooperative associate a Legacoop Bologna interessati da una qualche forma di ammortizzatore sociale. Un dato probabilmente sottostimato perché non tiene conto degli ammortizzatori sociali accesi in altri territori da cooperative che hanno attività fuori provincia.

I dati principali[1]. Nel 2012, il valore della produzione delle cooperative associate a Legacoop Bologna è cresciuto dell’1,3%, raggiungendo i 12,4 miliardi di euro, gli occupati sono aumentati dello 0,8% (+2% la crescita degli occupati a tempo indeterminato), i soci cooperatori sono cresciuti del 5%. Nelle cooperative associate a Legacoop lavorano, a tempo indeterminato, 44.580 addetti di cui 14.265 nell’area di Bologna.

Gli andamenti dei settori. All’interno dei singoli settori produttivi, la situazione è diversificata. Il tratto comune sta nella sempre maggiore incidenza delle operazioni fatte fuori dal territorio bolognese da parte delle cooperative maggiori, per la crescita di tutto il sistema: acquisizioni di aziende all’estero, crescita per linee esterne, acquisizione di appalti nei servizi.

Nel 2012, l’Agroalimentare ha registrato una crescita del valore della produzione del 3%. Migliore la performance del comparto della Logistica (+4,2%), in particolare nel comparto trasporto merci e trasporto persone, più contenuti gli incrementi in termini percentuali per i Servizi (+0,8%) e la Distribuzione (+0,8%). Negativo, per effetto della profonda crisi delle costruzioni e dell’immobiliare, l’andamento dei comparti Abitazione (-0,8%) e Produzione e Lavoro (-2,7%).

Le prospettive. Permangono segnali di forte incertezza e preoccupazione per il 2013, ancora più accentuati nei comparti dell’Abitazione e della Produzione e Lavoro, settori nei quali si stima una ulteriore contrazione dei fatturati anche se l’occupazione fissa complessiva dovrebbe restare stabile. Segnali positivi per Agroalimentare, Servizi e Distribuzione, per effetto delle strategie di crescita dei grandi player nazionali.

«Non è nostra abitudine fare allarmismo, ma lo scenario che abbiamo davanti è estremamente preoccupante – conclude Calzolari – In questa situazione, come abbiamo sempre fatto, non ci limitiamo a chiedere agli altri di impegnarsi. Abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farla valorizzando ancora di più la specificità cooperativa. Voglio concludere citando due dati: in questo 2013 la cooperazione di consumo accentuerà ancora di più le promozioni per le famiglie colpite dalla crisi: una strategia ad hoc che produce diversi milioni di euro di benefici per migliaia di famiglie. Infine il lavoro: nelle nostre cooperative è aumentata l’occupazione stabile. Sappiamo che non si tratta di “nuovo” lavoro, ma con la nostra azione siamo riusciti a mettere in sicurezza quello che è il bene più prezioso per le famiglie italiane; migliorando, dove possibile, le condizioni di lavoro esistenti. Questo deve fare la cooperazione e questo ha fatto. Resta da compiere la missione più difficile: fare ripartire l’economia. La vera sfida per tutti, per le imprese e per i governi nazionali e locali».